Il Marmottan Monet, un museo fuori dal comune

L’intimità di una dimora privata nel16ème arrondissement, non lontano dal Bois de Boulogne, accoglie uno dei musei di Parigi che amo di più, il Marmottan Monet.

Questo sobrio Hôtel particulier, circondato dal verde del jardin du Ranelagh, sembra lontano mille miglia dal caos operoso del centro città.

Quasi inalterato dal tempo, che ha dimenticato di spazzar via da questo angolo di Parigi l’atmosfera distinta e signorile di fine ottocento, il Marmottan Monet ha conservato la sua allure fin de siècle.

Il Marmottan Monet visto dal giardino
© musée Marmottan Monet
I Marmottan

In origine padiglione di caccia, il Marmottan Monet racconta la storia di una famiglia di appassionati d’arte, che hanno investito le loro fortune nella ricerca e nell’acquisto di opere antiche.

Appartenuto al terzo duca di Valmy, il padiglione fu acquistato nel 1882 da un avvocato, Jules Marmottan, grande collezionista di opere del medioevo e del rinascimento.

Alla sua morte, fu ereditato dal figlio Paul, che ne fece la sua residenza principale, ampliandolo e dedicandone una parte all’esposizione delle sue collezioni, quadri e oggetti d’arte del primo impero, e di quelle lasciategli dal padre.

Ingresso del museo Marmottan Monet
Amore e Psiche, attribuito a Giovanni M. Benzoni ©Frammenti di Parigi

Paul, a sua volta, nel 1932 donò l’Hôtel e l’insieme delle collezioni all’Accademia di Belle Arti. E fu così che, nel 1934, il museo Marmottan aprì le porte al pubblico.

Le donazioni

Tale e tanta era la bellezza di questo museo, che nel tempo altri importanti collezionisti hanno voluto donare i loro tesori.

Nel 1957, il museo ricevette una collezione eccezionale, appartenuta ad uno dei primi ammiratori dell’Impressionismo, il dottor Georges de Bellio, che fu il medico di Manet, Monet, Pissarro, Sisley e Renoir.

Qualche anno dopo, nel 1966, Michel Monet donò la collezione di quadri ereditata dal padre Claude. Ed ecco che il museo prese il nome di Marmottan Monet.

Impression, soleil levant– Claude Monet ©Frammenti di Parigi

Da allora, altri tesori sono giunti ad arricchire l’esposizione del museo, che vanta la più vasta collezione al mondo di quadri di Monet, tra cui il famoso Impression, soleil levant, che ha dato il nome al movimento impressionista.

Non il classico museo

Non pensate, però, a un museo nel senso classico del termine. Entrare in questo palazzo è un po’ come andare a fare visita al suo proprietario.

Le opere sono esposte su due piani, in stanze perfettamente arredate, salotti o piccoli studi allestiti per ricevere. Ci si sente quasi intimiditi nell’aggirarsi per questi ambienti, come se stessimo invadendo la privacy dei proprietari di casa.

©Frammenti di Parigi

Chiudete gli occhi e sentirete il frusciare di sete e ventagli, un dolce aroma di gelsomino e tuberosa, odore di sigaro e fragranza di fougère, ascolterete conversazioni educate e vivaci dibattiti politici, accompagnati da un irresistibile profumo di caffè e cioccolato e da un leggero tintinnare di porcellane.

Il maggiordomo in livrea e guanti bianchi non attende che voi. 

©Frammenti di Parigi
La collezione Monet

E dopo aver lasciato libero corso all’immaginazione, vagando per questi due piani, così ricchi di tesori che non si sa dove guardare, scendete nel sotterraneo e permettete a Monet di farvi da guida nel suo giardino incantato a Giverny.

In sale moderne, ispirate a quelle del museo de l’Orangerie, i colori diventano avvolgenti, la luce cattura lo sguardo e le ninfee, dipinte nel periodo in cui la cataratta affliggeva il maestro, commuovono.

Ninfee al Marmottan Monet
©Frammenti di Parigi

Raccontano di un uomo forte, tenace, che aveva sempre affrontato la vita a viso aperto, e che si ostinava a dipingere, nonostante la percezione alterata della realtà, fissando sulla tela immagini quasi oniriche del suo amato giardino.

Queste tele rivelano molto di lui, forse più di tutte le altre. Grazie all’amico George Clemenceau, superò la paura dell’intervento chirurgico, che all’epoca non era cosa semplice, ma la sua vista non fu mai più la stessa.

Sedevi su di una delle panche, non abbiate fretta, lasciate che le tele vi parlino del loro autore, del suo carattere, della vita vissuta intensamente, della sua visione del mondo. Sentite? Sta succedendo… 

L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni

Così diceva il grande Pablo Picasso e io condivido appieno.

Bonne visite! 

Collezione Marmottan Monet
©Frammenti di Parigi

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