L’Élysée: intrigante storia di un palazzo

Il palazzo dei presidenti della Repubblica

Dopo un periodo di sconvolgimenti politici seguiti alla caduta di Napoleone III, la Terza Repubblica fece de Élysée la residenza ufficiale del capo di Stato.

Salon des Fougères a l'Élysée
Salon des Fougères, ufficio di Brigitte Macron

Abbandonato tra il 1940 e il 1946, il palazzo ritroverà la sua funzione presidenziale durante il mandato di Vincent Auriol, nel 1947.

Diventerà centro nevralgico del potere con il presidente De Gaulle nel 1958, che fece dell’istituzione presidenziale il principale arbitro della vita politica francese. Nessun cambiamento venne apportato al palazzo durante la sua presidenza, a parte il ripristino della piccola cappella al piano terra, secondo il desiderio della moglie.

Qui, i coniugi De Gaulle ogni domenica mattina assistevano alla Santa Messa, celebrata dal nipote del presidente. I costumi a l’Élysée divennero morigerati, austeri e un tantino bigotti. Non si ricevevano persone divorziate o colpevoli d’adulterio.

Madame De Gaulle dovette dunque sorprendersi molto quando il marito decise di invitare Brigitte Bardot, che faceva parte di entrambe le categorie.

Il palazzo presidenziale si modernizza

Con l’arrivo della coppia Pompidou, l’Élysée subì un notevole cambiamento nel décor. La salle à manger Paulin, dal nome del suo creatore, ne è un perfetto esempio

Ecco che ori, boiseries e arazzi scomparvero come per magia.

La salle Paulin

Composta da una struttura murale smontabile in poliestere e mobili in alluminio rivestiti dello stesso materiale usato dalla Nasa per i razzi, la salle Paulin è un fulgido esempio del design anni settanta.

Il lampadario, con i suoi novemila steli e biglie di vetro, sistemati davanti a un soffitto riflettente, è spettacolare, unico nel suo genere.

Dettaglio del lampadario
Le Mobilier National

L’Élysée vanta mobili e arredi prestigiosi, curati dal Mobilier National, erede del Garde-Meuble de la Couronne. Ad intervalli regolari, alcuni esperti sono inviati a ispezionare le stanze del palazzo per verificare se ci sia necessità di qualche restauro.

Il Mobilier gestisce una riserva di oltre duecentomila opere create dal XVII secolo ai giorni nostri, destinate ad arredare le sedi del governo francese sparse per il mondo.

Un grande tesoro al quale ogni presidente può attingere per arredare l’Élysée secondo il proprio gusto.

Deposito del Mobilier National

Ogni nuovo inquilino, infatti, sembra tenerci molto a dare un’impronta personale al palazzo che lo ospiterà per almeno cinque anni

La salle des fêtes

Inaugurata dal presidente Sadi Carnot durante l’Exposition Universelle del 1889, che celebrava i cento anni dalla Rivoluzione, la Salle des fêtes, con i suoi duecentosessanta metri quadri, è da allora destinata ad accogliere la maggior parte delle cerimonie ufficiali. Può ospitare fino a cinquecento persone in piedi o una cena per duecento invitati.

Lampadari di cristallo, soffitti dipinti e dorati, moquette rossa con feuillage in due sfumature d’oro, è sfarzosa e regale.

Salle des fêtes

Le porte-finestra, che lasciano entrare la luce naturale, sono un’aggiunta moderna, voluta dal presidente Mitterrand.

Il Salon des Aides de camp

Per ritrovare i decori originali dell’Hôtel d’Evreux, bisogna entrare in questo elegante salotto, un tempo destinato agli ufficiali incaricati di mantenere un collegamento permanente tra l’esercito e il Presidente, che oggi accoglie gli invitati de l’Élysée.

Le boiseries sono quelle originali, ad eccezione dei sopra-porta, dipinti per Napoleone III. Il grande tappeto della Savonnerie, che ricopriva il parquet fino all’avvento dei coniugi Macron, proveniva dalla Sala del Trono di Napoleone I a Les Tuileries.

Il Salon des Aides de champ con gli arredi moderni voluti dai coniugi Macron

Durante la Restaurazione la N imperiale era stata sostituita da un più monarchico fleur de lys.

L’Élysée prigione dorata

Molte sono le cose che si potrebbero ancora raccontare su questo palazzo, sulle vicende personali dei suoi inquilini.

La malattia e la morte hanno a più riprese visitato le sue stanze. E poi scandali, suicidi sospetti, spionaggio, in un crescendo in cui la realtà supera di gran lunga la fantasia.

La sensazione più forte che mi ha accompagnato durante tutta la visita (che si fa solo durante le Journées du Patrimoine), però, è quella di aver varcato la soglia di una una prigione dorata, dove l’apparenza e la ragion di Stato hanno sempre la meglio sull’uomo.

Quant au pouvoir, je ne saurai, en tout cas, quitter les choses avant qu’elles ne me quittent

C. De Gaulle

© photos Élysée, Présidence de la République

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