Place Édouard VII, un segreto ben nascosto

Raggiungere place Édouard VII è un lavoro da iniziati: bisogna conoscere l’ubicazione esatta del passaggio segreto che conduce a questa piccola, deliziosa piazzetta, nascosta dalle facciate dei palazzi del boulevard des Capucines fin dal lontano 1912, anno della sua creazione.

Édouard

Non siamo lontani dall’Opéra e dagli affollati viali che traboccano di vita, ma una volta varcato il passaggio, ecco che ci ritroviamo in un’oasi tranquilla, occupata da pochi, eleganti negozi, un teatro e alcuni caffè squisitamente parigini, con le loro terrasse ombreggiate.

Pochi i passanti, pochi i turisti, un po’ più numerosi, invece, i fotografi, che si cimentano con l’architettura rigorosa e la forma quasi esagonale della piazzetta, nonché con la statua equestre di king Edouard VII, che troneggia al centro, opera dello scultore Paul Landovski. 

Lo stesso Landovski autore della gigantesca statua di Sainte-Geneviève sul Pont de Tournelle e del famoso Cristo Redentore di Rio de Janeiro, due opere affini tra loro e che si discostano molto, invece, dalla più classica statua in bronzo di Édouard.

La piazza Édouard VII ha preso il posto della rimessa delle scuderie di una compagnia di fiacre, la Compagnie générale des petites voitures, che qui aveva sede, con in deposito duecento vetture e cinquecento cavalli.

Il fiacre era una carrozza pubblica con conducente. E questo mi fa venire in mente che dalle mie parti, in Toscana, i conducenti delle carrozze a noleggio si chiamano, guarda un po’, fiaccherai.

E chissà se fu per omaggiare l’antica destinazione d’uso di questi luoghi che Landovski ha messo Édouard VII su un cavallo.

A questo punto vi starete di certo chiedendo come mai la piazza porta il nome di un sovrano inglese, dati i rapporti non sempre amichevoli dei Galli con la perfida Albione. Ebbene, pare che Édouard amasse frequentare Parigi fin da quando era principe di Galles (e lo fu per molto tempo, quasi sessant’anni).

Édouard

Primo figlio maschio della regina Vittoria e perciò erede al trono, era uno dei personaggi cardine della vita mondana parigina di fine ottocento. E non solo…

Il suo prestigioso nome è associato anche a una delle maison close più chic di Parigi, le Chabanais, dove il principe di Galles aveva una stanza tutta sua con una sontuosa vasca in rame, decorata da una testa di sfinge, che faceva riempire di champagne, e una chaise de volupté, il cui nome è già di per sé tutto un programma.

Édouard l’aveva commissionata al celebre ebanista Louis Soubrier, artigiano del faubourg Saint-Antoine, allo scopo di intrattenervisi con le sue amanti, fossero esse professioniste del piacere o dame dell’alta società e lascio a voi immaginare il genere e la quantità di divertissement a cui la sedia si prestava.

Fino a non molto tempo fa, il passaggio segreto che conduce alla piazza, ovvero la piccola via pedonale che porta lo stesso nome, era una strada privata di proprietà della Société Générale, che dal lontano 1921 aveva installato qui la sua sede. Nel 1992, per nostra fortuna, si è trasferita nel modernissimo quartiere della Défense e così la città di Parigi ha potuto restituire la piazza al pubblico.

Il teatro che, neanche a dirlo, si chiama Édouard VII, fu inaugurato nel 1913. Opera dell’architetto inglese William Sprague, tra i più belli della città ancora oggi, al tempo della sua inaugurazione era considerato molto lussuoso: marmi rosa e dorature, velluti rossi e stucchi, american bar, ristorante e sala da tè.

Se all’inizio fu consacrato esclusivamente al cinema, ben presto il teatro rubò la scena alla settima arte e artisti del calibro di Sacha Guitry portarono in scena le migliori pièce, decretando il successo assoluto della sala di spettacolo più cara di Parigi.

Quando sono dalle parti dell’Opéra non manco mai di fare una capatina qui, lontano dalla pazza folla. Mi sembra di entrare in un’altra Parigi, una Parigi scomparsa, dove è possibile sedere al tavolo di un caffè e indossare per qualche momento i panni del più celebre dei boulevardier parigini, un nobile inglese amante dei piaceri, che ci guarda dall’alto del suo cavallo con l’aria di chi la sa lunga.

2 Comments

    • bgcastaldo

      La prima volta che ho incrociato la strada di questo oggetto a dir poco singolare ero proprio con mia figlia. Le “fauteuil d’amour” era uno dei pezzi forti di una mostra che il Petit Palais dedicava a Parigi nel 1900. Lei lesse il cartellino che l’accompagnava, mi guardò perplessa, rilesse il cartellino e poi scoppiò a ridere. I ragazzi hanno sempre una marcia in più… Nessuno sa chi sia l’attuale proprietario dell’oggetto in questione, che ha preferito mantenere l’anonimato 😉 Buon tour tra i teatri a tutte e due, so che avrete l’imbarazzo della scelta.

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