Place Vendôme: tanti nomi per una sola piazza

Solitamente mi tengo alla larga dalla Parigi del lusso, quella luccicante e sfarzosa che incanta i turisti danarosi, venuti qui principalmente per spendere e ostentare.

Si dà il caso, però, che il Jardin des Tuileries sia una delle mie mete favorite e, pianta di Parigi alla mano, capirete come sia praticamente impossibile sfuggire agli sguardi ammiccanti che la vicina place Vendôme mi lancia a ogni incrocio.

Vendôme

Di solito faccio spallucce e mi giro dall’altra parte un po’ sdegnata, ma  da un po’ di tempo a questa parte le sfumature azzurrine della colonna Vendôme mi attirano e mi seducono con il loro canto di sirena. Mi sa che dovrò cedere, anche perché sono almeno un paio d’anni che evito accuratamente questa bellissima piazza (non chiedetemi ragione di questa antipatia perché non lo so neppure io…).

Eccomi quindi a passeggiare in una delle places royales di Parigi, sorella minore della nostra amatissima place des Vosges, della segreta place Dauphine e dell’elegante place des Victoires (se vi va di leggere o rileggere gli articoli dedicati, ecco qui: Vosges, Dauphine, Victoires).

È il 1686 quando la prima versione di place Vendôme, che sarà in seguito ampiamente rimaneggiata, vede la luce col nome di place des Conquêtes; essendo però una place royale, nata per celebrare la gloria del sovrano, dopo qualche anno viene dotata di una statua equestre di Louis XIV che, inutile dirlo, sarà distrutta durante la Rivoluzione.

Una volta eretta la statua, la piazza si chiamerà place Louis le Grand, ma cambierà nome ancora innumerevoli volte (volubilità dettata da esigenze politiche), diventando persino place des Piques durante la Rivoluzione. E qui un brivido mi corre lungo la schiena: ricordate l’uso che si faceva delle picche in quel periodo? Se ne decorava graziosamente la punta con la testa del malcapitato di turno e la si portava in processione per la città in testa (la sottile ironia del rivoluzionario…) a un corteo di scalmanati che gridavano e imprecavano contro la nobiltà e il re.

Vendôme

In realtà, il motivo di tale appellativo è da ricercarsi nella suddivisione del territorio parigino in quarantotto sezioni (principalmente con funzioni amministrative, ma molto attive nel dibattito politico, anche troppo) dopo la caduta della monarchia: la section des piques si installò nella ex place Louis le Grand, dandole il nome.

A un certo punto, durante la seconda Comune, nel 1871,  si chiamò anche place Internationale, ma alla fine il nome di place Vendôme con cui era comunemente nota fin dalla sua nascita, trionfò su tutti. Ma perché, vi domanderete, proprio Vendôme?

Ai tempi di Henri IV, illustre nonno del suddetto Louis le Grand, qui sorgeva un lussuoso palazzo costruito per uno dei suoi figli illegittimi, nato dalla relazione con Gabrielle d’Estrées.

Vendôme

Ricordate il famoso quadro esposto al Louvre che raffigura due discinte dame al bagno? Ebbene la signora bionda è Gabrielle, mentre l’altra è di una delle sue sorelle.

Il figlio della coppia, César de Bourbon, duca di Vendôme, fu legittimato dal padre e poté così intraprendere un cursus honorum di tutto rispetto, salvo poi inciampare in una congiura, la cospirazione di Chalais, contro Richelieu, primo ministro del re Louis XIII (che era poi il fratellastro) e per questo motivo conobbe assieme a uno dei fratelli altrettanto legittimati le umide segrete dello Château de Vincennes.

Ma si sa, i pupilli di sangue reale se la cavano sempre e dopo qualche anno d’esilio dorato oltre confine, alla morte di Richelieu il nostro César tornò in Francia.

Vendôme

Sei mesi dopo morì anche il re e allora si preparò un altro complotto per recuperare le cariche e i privilegi perduti e allontanare la reggente Anna d’Austria dal suo primo ministro Mazarino.

Nacque così la famosa Cabale des Importants, a cui il duca di Vendôme, recidivo, prese parte assieme ai suoi due figli. Alla fine però, il figlio maggiore sposò una delle nipoti di Mazarino e tutto fu perdonato.

Ma torniamo alla nostra piazza. Il progetto fu affidato all’architetto dello Château de Versailles, Jules-Hardouin-Mansart, che la disegnò a pianta quadrata con originali angoli tagliati e progettò anche le facciate dei palazzi che la circondano.

I palazzi diventarono pied-à-terre delle famiglie più ricche e si narra che al riparo delle eleganti mura si svolgessero feste molto piccanti, nonostante la timorata presenza della chiesa dei Cappuccini proprio sulla piazza.

Vendôme

E oggi quegli stessi palazzi sono proprietà delle più grandi aziende del lusso o di hotel altrettanto lussuosi come il Ritz, davanti al quale non manca mai la consueta coda di auto haute-gamme in attesa.

Ma non lasciamoci distrarre dai luccicanti bijoux che occhieggiano dalle vetrine, mica siamo qui perché ci è scappata la voglia di comprarci un Rolex. Disciplina amici miei!

Alziamo lo sguardo sui mascaron che ornano le facciate, tutti diversi tra loro, sui portoni dai decori elaborati, che coprono l’intera gamma degli azzurri, sui lampioni sospesi agli angoli, che portano ancora le grandi iniziali dorate del re Sole, due L intrecciate… non li trovate bellissimi tutti questi dettagli?

Se riusciremo a estraniarci dal via vai di elegantoni che passano di qui più che altro per farsi vedere, la vera essenza di questa piazza si manifesterà come per magia e l’impeccabile architettura barocca finalmente prenderà il sopravvento sull’effimera vacuità del lusso.

Dopotutto valeva proprio la pena di fare questa piccola deviazione: sento che ci sono ancora tanti piccoli segreti che place Vendôme è restia a rivelare. Vestita di lusso fa la sfacciata, ma tra le antiche pietre batte ancora il suo cuore più vero. Torneremo, amici, e la costringeremo a raccontarci altre storie…

lampione con le iniziali del re Sole

2 Comments

    • bgcastaldo

      Condivido la tua reticenza, ma ti posso assicurare che, a guardare sotto la superficie, si scoprono molte cose interessanti. E tu con la tua sensibilità riuscirai sicuramente nell’intento. Buona visita!

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