Il più piccolo giardino segreto del Marais

In questa estate calda che dona a piene mani temperature ben al di sopra della media stagionale, molto più adatte a un soggiorno in riva al mare che a lunghe sedute davanti al computer, l’unico modo per sopravvivere a Parigi è rifugiarsi in un giardino (meglio se un giardino segreto).

Nel quartiere in cui abito, il Marais, non c’è che l’imbarazzo della scelta: un po’ ovunque si adagiano verdi tappeti stretti tra mura antiche e facciate di palazzi seicenteschi, piccoli e grandi spazi profumati in cui è facile imbattersi passeggiando senza meta per queste vie che raccontano antichi splendori.

Oggi però vorrei portarvi nel più piccolo di questi giardini, un fazzolettino di terra chiuso tra due strade, in cui è impossibile capitare per caso (un vero e proprio giardino segreto), lo Square Saint-Gilles Grand Veneur-Pauline Roland.

giardino segreto

Un nome lunghissimo per uno spazio verde che non si può scorgere dalla strada, a cui si accede oltrepassando l’ingresso privato di un condominio lussuoso in rue de la Hesse (se arrivate da rue de Turenne imboccate rue Villehardouin per raggiungerla), oppure da rue des Arquebusiers (se vi trovate sul boulevard Beaumarchais).

Siamo a non più di duecento metri dalla magnifica place des Vosges, vicinissimi alle strade più modaiole del quartiere, prese d’assalto da turisti e parigini che vengono a passeggiare qui la domenica, quando la circolazione è vietata alle auto e i negozi sono aperti.

In effetti la domenica non è il momento migliore per uscire a prendere una boccata d’aria durante una pausa dal lavoro, ma quando ho bisogno di sgranchirmi un po’ senza smettere di “pensare” è qui che vengo, perché so che non ci troverò quasi nessuno.

Apparentemente questo square può sembrare ben modesto rispetto ad altri più conosciuti, ma vi basterà sedere qui qualche momento per coglierne il fascino discreto, per assaporare lo charme tutto parigino che vi si respira.

Essendo poco frequentato (per lo più vi si vedono famiglie con bambini piccoli perché non ci sono giochi che possano intrattenere i più grandi), è piuttosto facile ritrovarsi da soli in mezzo alle rose, che nel mese di giugno spandono il loro profumo tutt’intorno, immersi nel silenzio solo apparente di un giardino che sembra privato, abitato esclusivamente da uccellini che volano di albero in albero.

Capita talvolta che l’unico rumore “estraneo” sia quello del cancelletto del condominio che si apre e si chiude per lasciar entrare qualche maniaco delle scorciatoie, che passa di qui per andare dal Marais alla rue des Arquebusiers, utilizzando una passaporta che in un attimo conduce dallo chic and charm al chaos and disorder.

Stando seduti qui i pensieri salgono alla superficie, prima timidamente, poi più sicuri, certi del fatto che niente arriverà a disturbarli; le riflessioni si fanno profonde, una specie di stato meditativo interviene a calmare la mente.

Dalla panchina di pietra sotto gli aceri guardo la splendida facciata dell’Hôtel du Grand Veneur, costruito nel 1636, con i decori che richiamano alla memoria l’attività del suo ultimo proprietario, il marchese di Ecquevilly, che ricopriva la pomposa carica di capitano generale di tele, tende e padiglioni di caccia di Louis XV (per assicurare ogni confort ai cacciatori), nonché dell’equipaggio del cinghiale (ovvero la muta di cani che servivano esclusivamente a cacciare questo animale).

Le teste di sanglier sparse qua e là per il palazzo e i batacchi delle porte cinocefali sono un richiamo diretto a questa sua curiosa, ma estremamente necessaria -almeno secondo i dettami dell’epoca- attività.

Se vi va di approfondire la conoscenza con i cinghiali, al numero 60 di rue de Turenne c’è la facciata principale con un portone blu che vi lascerà a bocca aperta.

Il giardino delle origini era stato disegnato dal grande André le Notre, il “giardiniere” di Louis XIV. A causa delle alterne fortune dei primi proprietari, i terreni erano stati lottizzati e oggi di questo giardino seicentesco non rimane che l’orangerie al numero 11-13 di rue des Arquebusiers.

L’Hôtel che ammiriamo comodamente seduti è stato recentemente suddiviso in appartamenti di lusso, di cui si può immaginare la discreta opulenza attraverso le finestre che danno sul giardino.

giardino segreto

Ma non è certo per questo che siamo qui. Quello che fa del piccolo giardino segreto un incontournable del Marais non si vede con gli occhi, ma si percepisce con gli altri sensi: il tremolio delle foglie carezzate dal vento, il ronzio delle api che si affannano tra le rose ormai un po’ sbiadite, il profumo pungente dell’erba appena tagliata, la morbidezza vellutata dei petali caduti sulla sabbia dei vialetti, il sapore di un luogo fuori dal tempo, il nostro tempo, che sa essere brutale, che ruba la gioia dal cuore e la bellezza dagli occhi… un giardino segreto dove ritrovare il senso della vita.

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