Bisogna ammettere che un cimitero non è proprio al primo posto nella lista di luoghi da visitare a Parigi. Dato il rapporto difficile e contradditorio che la nostra cultura ha con la morte, tendiamo a evitare questo genere di location, a meno di non essere costretti dalle circostanze.
Il Père Lachaise, però, ha qualcosa di speciale -e non mi riferisco soltanto alle sepolture di personaggi illustri che ospita- tanto da essere uno degli atout della città. Pensate che ogni anno varcano i suoi cancelli oltre tre milioni di persone provenienti da ogni angolo del mondo, facendo di questo cimitero uno dei luoghi più visitati di Parigi.
Ma per capire il motivo di un tale successo, sarà meglio partire dall’inizio.
Da luogo di villeggiatura a cimitero
Nel XII secolo, la collina su cui si estende oggi il cimitero Père Lachaise era punteggiata di colture. Il vescovo di Parigi vi possedeva delle vigne e un frantoio. Nel 1410 il terreno, conosciuto come Champ-l’Évêque, fu acquistato da un ricco commerciante, Regnault Wandonne, per costruire una casa dedicata al relax e alle vacanze, la Folie-Regnault, che ha dato il nome a una strada del quartiere.
Nel 1626 i Gesuiti comprarono la proprietà per farne una casa di riposo. È da lì che il 2 luglio 1652, il re Louis XIV, che aveva allora quattordici anni, assisté ai combattimenti della Fronda nel faubourg Saint-Antoine. La collina da allora prese il nome di Mont-Louis.
Nel 1762, quando i Gesuiti furono costretti a cedere i loro possedimenti, il Mont-Louis era una piccola Versailles in miniatura. In cima c’era la Folie, una magnifica villa di campagna, che dominava il parco, costituito da un giardino terrazzato, abbellito da fontane e vialetti lastricati, che conducevano ai boschetti posti ai quattro angoli della tenuta. E non potevano mancare un’orangerie per riporre in inverno le piante più delicate e un jardin potager.
Nascita del Père Lachaise
Dopo vari passaggi di mano, nel 1803 la città di Parigi entrò in possesso dell’intera proprietà.
I piani per la costruzione di un nuovo cimitero furono affidati ad Alexandre Théodore Brongniart, l’architetto della Bourse. Il giardino alla francese dei Gesuiti fu trasformato in un parco all’inglese, con angoli propizi al raccoglimento. E ancora oggi buona parte del successo del Père Lachaise la si deve alla bellezza del paesaggio.
Quando il cimitero aprì le porte il 21 maggio 1804, i parigini guardarono con sospetto a questa nuova necropoli. Era lontana dalla città e non aveva una chiesa al suo interno, quando invece era uso comune essere sepolti all’ombra di un campanile. A distanza di undici anni dall’inaugurazione, si contavano meno di duemila sepolture su una superficie di diciassette ettari.
I responsabili decisero allora di avviare una campagna pubblicitaria che rendesse appetibile il cimitero e nel 1817 vi fecero trasferire le spoglie di La Fontaine e Molière.
Sull’autenticità di tali spoglie si nutrono molti dubbi ancora oggi, dato che furono recuperate da una fossa comune, ma chiudiamo un occhio anche noi. La geniale operazione di marketing proseguì con un altro trasferimento eccellente, quello delle spoglie di Abelardo ed Eloisa, gli sfortunati amanti sepolti nell’abbazia di Paraclet de Nogent in Champagne.
Fu un grande successo. Il cimitero Père Lachaise cominciò ad essere molto richiesto. Tra il 1824 e il 1850 si dovette persino procedere a un primo ingrandimento, e altri ne seguirono, fino a raggiungere l’estensione attuale.
Il cimitero diventa terreno di combattimento
Nel corso del XIX secolo, due eventi sanguinosi turbarono il riposo dei defunti. Il primo nel 1814, dopo l’abdicazione di Napoleone I, quando le truppe alleate invasero Parigi. Gli allievi delle scuole militari di Alfort e Polytechnique si barricarono all’interno del cimitero, facendone la loro linea di difesa.
Usarono il robusto muro di cinta per respingere gli attacchi delle truppe russe. Data la disparità delle forze, però, i Russi ebbero presto la meglio. Liberatisi dei resistenti, installarono il loro accampamento in mezzo alle tombe, abbattendo numerosi alberi.
Fu durante la Comune, però, che ebbe luogo l’avvenimento più tragico. Dal 21 al 28 maggio 1871, i Federati, rifugiatisi nel cimitero, furono catturati e fucilati dalle truppe governative e poi sepolti sommariamente in fosse comuni lungo il muro che oggi si chiama Mur des Fédérés, a nord-est del Père Lachaise.
Pochi giorni più tardi, davanti a questo stesso muro, altri prigionieri furono passati per le armi. Con le esecuzioni di rue de la Roquette e place Voltaire, sono circa mille i Federati sepolti in questa parte del cimitero.
Il più grande spazio verde della capitale
Il cimitero Père Lachaise è considerato uno dei più belli tra gli spazi verdi di Parigi e con i suoi quarantatré ettari è anche il più grande. Sono oltre quattromila gli alberi che ombreggiano i viali, di tredici essenze diverse. Aceri, frassini, ippocastani e cedri, a cui si aggiungono platani, robinie, querce, tigli, acacie, sofore giapponesi, noci.
Un paradiso per i piccoli animali, uccelli, gatti, istrici, qualche pipistrello e persino una colonia di api.
E poi il cimitero è un vero e proprio museo a cielo aperto. Dai sontuosi mausolei alla lapide più essenziale, vi sono rappresentati tutti gli stili dell’arte funeraria.
Le glorie del Père Lachaise
Le numerose personalità sepolte fanno di questo cimitero un giardino-pantheon. È impossibile elencarle tutte, ma sappiate che il Père Lachaise è suddiviso in novantasette divisions, molte delle quali ospitano almeno una celebrità.
La cartina che si acquista all’ingresso è indispensabile per orientarsi in questo labirinto, almeno quanto un paio di scarpe adatte al terreno sconnesso.
Giusto per stuzzicare la vostra curiosità, vi dirò che tra i numerosi scrittori sepolti nel cimitero ci sono Apollinaire, Balzac, Beaumarchais, Colette, Proust e Oscar Wilde, oltre ai già citati La Fontaine e Molière.
E poi musicisti, cantanti e compositori, come Chopin, Bizet, Maria Callas, Luigi Cherubini e il più contemporaneo Jim Morrison, e nel mondo delle arti Caillebotte e Pissarro, Ingres e David, Delacroix, Géricault e Amedeo Modigliani.
Ma queste sono solo una minima parte delle celebrità sepolte al Père Lachaise.
Leggende, superstizioni e ammiratori un po’ sconclusionati: Oscar Wilde
Per lungo tempo, il monumento funebre di Oscar Wilde è stato coperto di baci. Labbra di fogge diverse hanno lasciato tracce di rossetto sulla pietra.
La sfinge alata di Jacob Epstein, ribattezzata Flying demon angel, fu commissionata da un’ammiratrice afflitta, Helen Carew, e realizzata dallo scultore tra il 1911 e il 1914. È stata restaurata una decina di anni fa e da allora è protetta da una lastra in plexiglass anti bacio. Ma pare che le ammiratrici bacino anche quella.
Jim Morrison e Victor Noir
Pacchetti di sigarette, talvolta spinelli, bottiglie di whiskey, fotografie e messaggi si mescolano ai fiori sulla tomba di Jim Morrison, l’unica dotata di una telecamera di sorveglianza personale da quando il busto del cantante è stato rubato da un ammiratore.
Sulla lapide, subito sotto il nome, c’è una frase in greco:
κατά τον δαίμονα εαυτού
È il titolo di un album della band greca Rotting Christ, che ricalca il celebre detto dell’occultista Aleister Crowley, Fa’ ciò che vuoi. Una traduzione più fedele al greco antico è, però, Fedele al tuo spirito.
Altra storia quella del gisant di Victor Noir, giornalista ucciso durante un alterco con il nipote di Napoleone III. Sembra che sfregare alcune parti del corpo della statua, opera di Jules Dallou, favorisca la fertilità. Ecco che il bronzo risulta particolarmente lucido sulla bocca, nella zona dei genitali e persino sulla punta delle scarpe.
Confesso, però, che il nesso tra scarpe e fertilità mi sfugge.
Kardec e la contessa Stroganoff
Invece, il busto della tomba di Allan Kardec, fondatore dello spiritismo, pare sia dotato di potere mistico e per questo richiama numerosi curiosi che vi poggiano sopra le mani.
Infine, nella diciannovesima divisione si trova il monumento funebre della contessa Elisabeth Alexandrovna Stroganoff, una ricca ereditiera.
Secondo la leggenda, il testamento della contessa prevede la cessione del suo intero patrimonio a colui, o colei, che riuscirà a trascorrere un intero anno all’interno della cripta. Pare, però, che gli impavidi pretendenti siano tutti impazziti prima dello scadere dei termini.
E da quando si è diffusa la diceria che la contessa sia in realtà un vampiro, nessuno ci ha più provato.
Tanto per saperlo, non esiste nessun testamento del genere e trascorrere la notte al cimitero Père Lachaise è severamente vietato.
La Comédie humaine
Honoré de Balzac, che in questo cimitero ha sepolto molti dei suoi personaggi, dopo tanti traslochi in vita, ha finalmente trovato riposo sulla verdeggiante collina che domina la città. Sulla sua tomba, sotto il busto che lo ritrae, ci sono una penna e una copia in bronzo della Comédie humaine a ricordare la sua grandezza.
Ed è proprio da quassù che Rastignac, eroe della Comédie, lancia la sua sfida a Parigi.
Gettò su quell’alveare ronzante uno sguardo che sembrava suggerne il miele in anticipo, pronunciando queste parole grandiose: A noi due adesso!
Insomma, anche se non siete proprio degli appassionati del genere, il cimitero Père Lachaise vi piacerà. Non è un luogo triste e tanto meno spaventoso.
Durante la bella stagione, ci sono sempre persone sedute tra le tombe con un libro tra le mani.
Persino monsieur Malaussène ci viene spesso a passeggiare e chissà che non vi capiti di incontrarlo un giorno di questi.
Maestoso, ci si immerge nella cultura, nella bellezza, nel mondo dello stupefacente JIM MORRISON…
Grazie Cosetta 🙂
Adoro questo luogo, soprattutto per le tombe di Ingres, Cuvier, Gericault e Delacroix
Ha una magia tutta sua e quell’aria un po’ fané che aiuta la riflessione. Un posto dove consiglio spesso di andare a passeggiare. Si torna a casa sempre con qualcosa in più. Grazie!
Sono partito per ben 3 volte da Roma per andare a fumarmi uno spinello sulla tomba di Jim Morrison, poi, quando invece ci sono andato a vivere, per ben 8 anni non ci sono più tornato…forse perchè avevo messo da parte Jim e stavo semplicemente vivendo la mia vita di musicista…
C’è la tomba di una ragazza uccisa nell’attentato al Bataclan