La Bibliothèque Richelieu

Fin dai miei primi anni a Parigi, ogni volta che passavo da rue rue des Petits-Champs per andare alla Galerie Vivienne, mi fermavo a guardare la facciata della Bibliotèque Richelieu.

Sebbene fosse coperta da un pesante strato di sporcizia, sotto la patina dei secoli lasciava intravedere la bellezza di un tempo e mi faceva sognare.

La scala elicoidale della BnF Richelieu
La scala d’onore, spirale di metallo di Bruno Gaudin architecte
©Frammenti di Parigi

Immaginavo le pareti coperte di libri, sentivo l’odore del legno e della carta, esploravo con la fantasia le incredibili collezioni di cui avevo solo sentito parlare. Sognavo gli stucchi dorati, i fasti dell’Ancien Régime.

Ed ecco che, dopo oltre dieci anni di restauri, dallo scorso autunno il cuore storico della Bibliothèque nationale de France è di nuovo aperto al pubblico.

Gratuitamente, per tutti.

Il globo celeste di Coronelli
La sfera celeste di Vincenzo Coronelli– 1693 ©Frammenti di Parigi

Acquistando un biglietto dal costo contenuto, poi, si può visitare il museo, che racchiude alcuni dei tesori più preziosi della BnF, e magari una delle mostre temporanee.

Un millefeuille architecturale

Il sito Richelieu della BnF è stato definito dagli addetti ai lavori un vero e proprio millefeuille architecturale, e non a caso. Epoche e stili si sovrappongono, disegnando la storia tormentata di questa biblioteca sempre in cerca di spazio.

Gli edifici che lo costituiscono, tra i più singolari di Parigi, formano un grande quadrilatero nel cuore del 2ème arrondissement, conosciuto come il quadrilatère Richelieu.

È delimitato a est da rue Richelieu, dove al numero 58 si trova l’ingresso principale, a nord da rue Colbert, a est da rue Vivienne, da dove entra il pubblico, e a sud da rue des Petits-Champs.

Stampa seicentesca del palazzo Mazzarino
Le palais Mazarin, gravure par Jean Marot, milieu du XVIIe siècle ©BnF
Da palazzo Mazzarino a Bibliothèque de France

Fu il palazzo del cardinale Mazzarino nel 1643 e della Compagnia delle Indie nel 1719.

Nel tempo, ha subito infiniti aggiustamenti per poter ospitare diversi occupanti, ma ha cominciato a trasformarsi in un edificio pubblico da quando, nel 1721, accolse la Biblioteca reale, nel 1724 la Borsa e nel 1793 il Trésor public.

Per tornare a essere un unico edificio, però, ha dovuto attendere il XIX secolo.

Collezione di monete antiche
Salle Barthélemy, collezione di monete antiche ©Frammenti di Parigi

L’Hôtel Tubeuf, la parte più antica del quadrilatero

Dopo aver acquistato l’Hôtel Tubeuf, Mazzarino vi aggiunse via via altre parcelle che gli consentirono di creare un vero e proprio palazzo nel centro di Parigi.

La posizione, nelle vicinanze del Palais Royal, dove risiedevano la reggente Anna d’Austria, vedova di Louis XIII, e il giovane re Louis XIV, glielo rendeva estremamente prezioso.

Nel 1644, Mazzarino affidò il primo cantiere di ampliamento all’architetto François Mansart, prozio del celebre Jules Hardouin, che realizzò la Galerie des Glaces a Versailles.

La Galerie Mazarin
La Galerie Mazarin ©Frammenti di Parigi

Mansart progettò una nuova ala in mattoni e pietra dietro l’Hôtel Tubeuf, che attualmente affaccia sul giardino di rue Vivienne, dove si trova l’ingresso al pubblico.

La nuova costruzione era composta da due gallerie sovrapposte, che servivano ad esporre la collezione di opere d’arte del cardinale, considerato allora uno dei più grandi collezionisti d’Europa.

La galleria bassa era destinata alla statuaria antica, mentre quella alta era riservata alle opere più preziose, come Il matrimonio mistico di Santa Caterina di Alessandria del Correggio, oggi conservato al Louvre.

Dettaglio della sfera armillaria di Martinot nel museo della BnF Richelieu
Particolare della sfera armillaria di Jerôme Martinot, tra il 1709 e il 1718 ©Frammenti di Parigi

La decorazione fu affidata ad artisti italiani e si ispirò alle Metamorfosi di Ovidio.

Il grande restauro a cui è stata sottoposta tra il 2018 e il 2019 ha rivelato l’aggiunta di una cinquantina di “voiles de pudeur” sugli affreschi della volta.

Solo quattro erano originali e sono stati conservati per donare alla galleria un aspetto il più vicino possibile a quello di origine.

Particolare del Salon Louis XV
Le Salon Louis XV ©Frammenti di Parigi
La biblioteca del re

Nel 1721, le prime stampe della Biblioteca reale fecero il loro ingresso nel palazzo di Mazzarino. La parte ovest del complesso era stata infatti destinata alla Biblioteca per decisione del re, o meglio del reggente Philippe duc d’Orleans, visto che Louis XV non aveva ancora raggiunto la maggiore età.

Questo “trasloco”, che all’epoca passò inosservato, segnò l’inizio del rapporto indissolubile tra la Biblioteca e il palazzo, che poi sarebbe diventato il site Richelieu della BnF.

Gli edifici del quadrilatère Richelieu visti da una finestra interna
Dalla finestra ©Frammenti di Parigi

Le collezioni non avevano ancora terminato di affluire nella nuova sede, che alla Biblioteca mancava già spazio. L’abbé Bignon, bibliotecario del re, si occupò, allora, di far realizzare i primi adattamenti.

Nonostante tutti gli ampliamenti, però, lo spazio fu sempre un problema, anche perché le collezioni continuavano a crescere.  

Una mancanza di spazio cronica

Fin dalla metà del XVIII secolo, dunque, la Biblioteca reale dovette fare i conti con una cronica mancanza di spazio.

Per tentare di rispondere a questa esigenza, Jean-Étienne Boullée, architetto del re, propose un progetto innovativo, precursore della biblioteca moderna.

Però si tergiversava, mentre le collezioni crescevano, grazie anche alla spinta rivoluzionaria. In vent’anni raddoppiarono, ma la Biblioteca non guadagnò neppure un metro quadrato.

Prospettiva della Galerie Auguste Rondel
Galerie Auguste Rondel ©Frammenti di Parigi

E in seguito, non bastarono l’annessione della Galerie Mansart e dell’Hôtel Tubeuf.

Dopo trent’anni di tentennamenti su un eventuale trasferimento della Biblioteca, nel 1857, una commissione presieduta da Prosper Mérimée- scrittore (da un suo racconto è stata tratta la Carmen), archeologo e anche ispettore generale dei monumenti storici- decise di lasciare la Biblioteca sul sito Richelieu e di intraprendere importanti lavori di ristrutturazione, affidati all’architetto Henri Labrouste.

Una Biblioteca moderna

Ecco che allora si fece strada un nuovo concetto di Biblioteca, dove gli spazi di conservazione, di consultazione e di servizio per il personale erano separati fisicamente.

Diversamente dai suoi predecessori, Labrouste non cercò di adattare la Biblioteca al palazzo di Mazzarino, ma fece del palazzo una biblioteca moderna e le donò un’identità forte, prendendosi il rischio di abbattere una parte degli edifici storici. Con Labrouste il sito Richelieu assunse la configurazione attuale.

Ma non bastò. Mancava ancora spazio.

La Galerie de Verre
La Galerie de verre ©Frammenti di Parigi

Nel 1874, l’architetto Jean-Louis Pascal proseguì l’ammodernamento. La conquista definitiva del quadrilatero si concluse con l’acquisizione degli ultimi edifici della parte nord-est nel 1882 e con la costruzione al loro posto di nuove strutture, tra cui la Salle Ovale.

Per risolvere i problemi di spazio, la BnF si dotò di altri siti

La Salle Ovale

Tra i gioielli più spettacolari del sito Richelieu, c’è la Salle Ovale. Una sala lettura aperta a tutti, senza limite di età, che ospita ventimila volumi ad accesso libero, tra cui novemila fumetti.

La Salle Ovale BnF Richelieu
La Salle Ovale ©Frammenti di Parigi

Fu Jean-Louis Pascal nel 1897 a cominciarne la costruzione, che terminò solo nel 1932, sotto l’egida di un altro architetto, Alfred Recoura.

Di dimensioni imponenti – un ovale di 43,70 per 32,40 metri, alta 18 metri, ha uno spettacolare soffitto vetrato che la inonda di luce naturale. Nella parte superiore, si trovano sedici oculi contornati da mosaici. Sopra ciascuno, il nome di una città che ha avuto un’importanza speciale nello sviluppo della civiltà e nella storia delle biblioteche.

In origine, anche il pavimento era di vetro, per permettere alla luce di penetrare fino nel magazzino sottostante, chiamato cripta Pascal.

Particolare della Salle Ovale
©Frammenti di Parigi

Le arcate che seguono il perimetro della sala sono sostenute da sedici paia di colonne scanalate in ghisa con capitello ionico.

Ma al di là di ogni descrizione architettonica, è un’emozione affacciarsi sulla soglia e ammirarla, lasciare correre lo sguardo sulle pareti ricoperte di libri, le luci soffuse, le persone che lavorano ai tavoli o leggono in poltrona; percorrere i corridoi, sfiorare le rilegature preziose con la punta delle dita. Uno di quei luoghi dove ci si sente sempre bene accolti e dove è piacevole restare a lungo.

La Salle Labrouste

Capolavoro dell’architetto Henri Labrouste, questa sala realizzata tra il 1861 e il 1868 è ancora più spettacolare della Salle Ovale.

La struttura metallica che sostiene il soffitto ha un’aria vagamente orientale. È coperta da nove cupole rivestite di mattonelle di maiolica, che presentano un oculo al centro, da cui la luce naturale penetra nella sala.

Le cupole sono sorrette da archi in ferro decorato, che ricadono su sedici colonne slanciate in ghisa, conferendo leggerezza a tutta la sala.

La Salle Labrouste- BnF Richelieu
La Salle Labrouste ©Frammenti di Parigi

Il perimetro è ornato da trentasei medaglioni che ritraggono uomini di lettere di tutto il mondo, mentre gli archi non vetrati sono affrescati con paesaggi verdeggianti realizzati da Alexandre Desgoffe nel 1864.

Riservata agli studiosi accreditati, questa sala la si può ammirare solo dalla soglia, dove un gentilissimo usciere è ben lieto di lasciarci scattare qualche foto.

Il museo

Sono sette le sale del museo. Ospitano una selezione delle collezioni della Biblioteca, dall’Antichità ai giorni nostri. Circa novecento opere di valore eccezionale, come il trono di Dagoberto, manoscritti miniati, stampe di Rembrandt e Picasso, preziose prime edizioni de Les Pensées di Pascal e di Notre Dame de Paris di Hugo…

Trono di Dagoberto al museo BnF Richelieu
Il trono di Dagoberto, fine VIII-IX secolo ©Frammenti di Parigi

L’esposizione è concepita in chiave moderna, ma non manca un ritorno al passato nel Salon Louis XV.

E così, nello spazio di pochi mesi, la BnF Richelieu è diventata uno degli incontournable della città, dove entrare e passare un po’ di tempo circondati dalla storia e dalla bellezza. L’accoglienza è gentile, il guardaroba gratuito -ho adorato quello per gli ombrelli- il caffè è gestito da Rose Bakery (se non la conoscete, provatela!), il giardino è in divenire e i libri… Dei libri non vi dico nulla, ché tanto lo sapete già.

Bonne visite!

BnF Richelieu, 5 rue Vivienne -75002 Paris

Per un piccolo tour della Salle Ovale, clic qui!

2 Comments

  1. Patrizia

    Che meraviglia, l’avevo nella lista di cose da vedere e questo tuo bellissimo ed interessantissimo articolo non ha fatto altro che aumentare la mia curiosità. Non vedo l’ora di immergermi in quell’atmosfera magica!

    • B.G. Castaldo

      L’ho adorata e il tempo passato a gironzolare per il museo è letteralmente volato. Consigliatissimo!
      Fammi sapere poi come è andata.
      Un bacio.

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