Quant aux yeux, il n’en exista jamais de pareils. Ils avaient une vie, une lumière, un magnétisme inconcevables…
Balzac par Théophile Gautier
La Maison de Balzac è una casetta graziosa, con i muri bianchi e le imposte verdi, nascosta tra palazzi haussmanniani e lussuosi edifici moderni, che si ergono vanitosi su un fianco della collina di Passy.
È circondata da un piccolo giardino fiorito, popolato di insetti impollinatori, di sedie, panchine e qualche tavolo, da cui si gode di una splendida vista sulla tour Eiffel.
Dal 1840 al 1847 fu l’abitazione di Honoré de Balzac, che l’affittò con lo pseudonimo di monsieur Breugnol per sfuggire ai creditori ed è l’unica delle sue dimore a essere giunta fino a noi.
Il villaggio di Passy
Quando Balzac vi si trasferì, Passy era ancora un villaggio alle porte di Parigi.
In origine modesto agglomerato di case, abitato perlopiù da tagliaboschi, si era sviluppato nel corso dei secoli, diventando un’ambita meta di villeggiatura.
Costruito su una collina che dominava la Senna, il villaggio era baciato dal sole e godeva di un panorama eccezionale sul fiume e la campagna, a cui la scoperta di acque termali aggiunse un ulteriore appeal, tanto da farlo diventare alla moda tra i membri della corte.
Nel 1493, la congregazione dei Minimes lo aveva scelto per uno dei suoi conventi. I frati avevano impiantato sulle loro terre dei vigneti, che regalavano un ottimo vino.
La collina era punteggiata di cave da cui si estraeva la pietra da costruzione. Abbandonate piano piano, le cave diventarono un reticolo di gallerie sotterranee, perfette per essere utilizzate come cantine, con una temperatura costante di 15°gradi sia in estate che in inverno.
La Maison de Balzac è, ahimè, l’ultima vestigia di quello che fu il villaggio di Passy durante l’Ancien Régime.
Rimasto più o meno lo stesso fino al XIX secolo, quando lussuosi palazzi privati fiancheggiavano case modeste affittate a persone in ristrettezze economiche, come nel caso di Honoré de Balzac, cominciò a cambiare volto a partire dal 1860, anno della sua annessione a Parigi.
Ancora oggi vi si può scoprire qualche angolo pittoresco, che ricorda il villaggio di un tempo.
Un appartamento nella dependance
Nell’ottobre del 1840, Balzac affittò un modesto appartamento nella dependance di un Hôtel particulier, al numero 47 dell’attuale rue Raynouard, composto da una sala da pranzo, un salotto e una camera da letto con studio annesso, a cui si aggiungeva la possibilità di usufruire di un piccolo giardino e di una cantina.
La casa aveva anche il vantaggio di possedere un doppio ingresso in due strade differenti (il principale in rue Raynouard e il secondario in rue Berton), di cui Balzac si serviva se qualche creditore lo attendeva alla porta.
Vergognandosi di questa sua nuova, modesta sistemazione, Balzac riceveva poco, ma lavorava molto, seguendo un ritmo particolare: a lume di candela, cominciava a scrivere intorno a mezzanotte, per circa diciotto ore, bevendo molto caffè.
Fu nel piccolo studio di questa casa che revisionò l’intera Comedie humaine prima di darla alle stampe.
La casa di Balzac un museo
Quando Balzac lasciò la dependance, appena tre anni prima di morire, il proprietario, Etienne Désiré Grandemain, intraprese alcuni lavori di ristrutturazione, trasformandola parzialmente.
Alla sua morte, avvenuta nel 1878, il padiglione fu ereditato dalla figlia, Madame Barbier, che avendo conosciuto Balzac, offriva a qualche privilegiato l’onore di una visita nell’appartamento dello scrittore.
Fu in occasione di una di queste visite che, nel 1890, Louis Baudier de Royoumont, uomo di lettere, fu sedotto dalle stanze abitate un tempo da uno scrittore che molto amava. Finalmente, vent’anni più tardi riuscì ad affittare i locali allo scopo di creare un museo dedicato all’artista.
Il museo oggi
Se l’idea iniziale era quella di un luogo di pellegrinaggio per gli ammiratori di Balzac, nel tempo il museo ha collezionato edizioni originali dei romanzi, alcune illustrazioni e dei ritratti, oltre a oggetti personali, tra cui il famoso bastone da passeggio dello scrittore.
Dei suoi mobili purtroppo, non si conserva traccia a partire dal 1882 e non ne esiste neppure un descrizione fedele dell’epoca.
A partire dagli anni ottanta è stato creato un fondo di manoscritti e più tardi un altro fondo costituito da opere grafiche dedicate alla società francese tra il 1820 e il 1850.
Un museo fuori dal comune
Si può dire che la Maison de Balzac sia un museo affascinante e atipico al tempo stesso.
Offre un ritratto dello scrittore e della sua vita complicata e sregolata attraverso le opere, in particolare la Comedie humaine, a cui è dedicata un’intera sala.
Espone i pochi oggetti di uso quotidiano che gli sono appartenuti, miracolosamente giunti fino a noi, assieme alle creazioni artistiche dei suoi contemporanei, così come quelle di artisti del terzo millennio ispirati dalla sua produzione letteraria.
Se è vero che i luoghi che sono stati testimoni della creazione conservano in sé qualcosa del genio che li ha abitati, la Maison Balzac è senza dubbio uno di quelli. Non mette in mostra cimeli eccezionali o chissà quali rarità, eppure aggirarsi per le stanze della piccola casa o nel giardino che la circonda ha in sé qualcosa di molto seducente.
Suscita emozioni sottili, inafferrabili e indefinibili in un primo momento, finché non sedimentano pian piano in fondo al cuore, lasciando la piacevole sensazione di aver fatto visita a un vecchio e scorbutico amico.
Maison de Balzac, 47 rue Raynouard (ingresso al n°49) 750016 Paris. Per orari e informazioni, clic qui.
Come sempre, anche questo articolo è una descrizione che soddisfa le curiosità di chi legge. Non solo, porta il lettore ad immedesimarsi nei luoghi, sentire vecchie e nuove voci e suoni, aprire gli occhi e il cuore ad una Parigi lontana dal turismo mordi e fuggi.
Grazie Barbara.
Grazie a te Daniela di aver letto con tanta, sensibile attenzione.