Tre Hôtel particulier per un giardino

Oggi vorrei portarvi in uno dei miei luoghi preferiti, spazio intimo nel cuore della città, rifugio di un mattino in cui l’ispirazione si ingarbuglia tra mille altri pensieri e la pagina resta bianca, giardino insolito dove sedere per alleggerire il cuore: il jardin de rue des Rosiers-Joseph Migneret.

Piccolo, ma non troppo, progettato con criteri moderni, che lasciano la Natura padrona dei luoghi e libera di mostrare la sua bellezza, lo si può annoverare a buon diritto tra i giardini segreti, perché non è visibile dalla strada.

L’ingresso, al numero 10 della pittoresca rue des Rosiers, può sembrare quello di un antico palazzo, e sul momento ci si sente un po’ intimiditi, quasi timorosi di invadere una proprietà privata, ma non vi lasciate ingannare: dietro il cancello si svelerà ai vostri occhi uno dei più graziosi spazi verdi del Marais.

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Bisogna dire che ci è voluta una buona dose di savoir-faire per riunire i giardini privati di tre Hôtel particulier del XVII secolo, l’Hôtel de Coulanges, l’Hôtel Barbes e l’Hôtel d’Albret, ma la talentuosa paesaggista che ha raccolto la sfida, Marie-Odile Ricard, ha saputo creare un armonioso insieme di tre contesti molto diversi tra loro.

L’obbiettivo era quello di mantenere il carattere ombroso e un tantino selvatico che i giardini avevano assunto nel tempo, lasciati alle cure della Natura in mancanza di quelle dell’uomo. Le difficoltà non sono state poche, soprattutto perché il giardino dell’Hôtel Barbes è sopraelevato rispetto agli altri due e il dislivello ha richiesto un vero e proprio lavoro di scavo, badando a non danneggiare le radici di due alberi di grande rilevanza.

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Marie-Odile ha immaginato un giardino idealmente diviso in tre spazi con ambientazioni e utilizzi differenti. Nel giardino dell’Hôtel de Coulanges ha creato un grande prato dove potersi sdraiare, protetti dalle fronde di quattro betulle, che incantano con la danza delle foglie leggere e il bianco della corteccia, su cui la Natura traccia le sue linee misteriose; c’è poi un angolo più riservato, dove sedersi a leggere, ombreggiato da un ippocastano secolare, che vigila sulla sobria ed elegante facciata posteriore dell’Hôtel Barbes; di fronte uno spazio non accessibile al pubblico con un fico dal tronco tortuoso, che porta sulle spalle il peso degli anni e un tappeto d’erbe ai suoi piedi, a ricreare un ambiente completamente naturale; e infine un giardino condiviso, più aperto e luminoso, affidato alle cure di alcuni fortunati abitanti della zona, delimitato dall’Hôtel d’Albret, dove troverete un orticello, qualche melo coltivato a spalliera, come si usa da queste parti, perché il sole a volte si dimentica di Parigi, e un piccolo prato di erba tenera.

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In questa parte del giardino l’obbiettivo era quello di liberare l’area racchiusa tra mura altissime e costruire una sorta di prospettiva sulla facciata dell’Hôtel d’Albret, che adesso si riesce a scorgere dall’ingresso, con un effetto molto suggestivo. Inoltre si voleva restituire al Marais la sua vocazione originaria: la coltivazione della frutta. E se le dimensioni non consentivano l’impianto di un vero e proprio frutteto, l’antico spirito dei luoghi alberga comunque lungo i muri perimetrali.

Se vi sedete su una delle comodissime poltroncine in legno (che potete spostare a vostro piacimento) con le spalle all’Hôtel, il vostro sguardo sarà di certo attirato da alcune rovine, che non sono state costruite a bella posta, come si usava fare nel XVIII secolo per abbellire i giardini, ma risalgono al medioevo. Il giardino include infatti una porzione della cinta muraria di Filippo-Augusto, del XIII secolo, e una delle sue settantasette torri (o almeno quel che ne resta).

Un tempo la torre faceva parte del giardino dell’Hôtel e veniva utilizzata come sala da pranzo d’estate (bizzarrie da nobili…), in seguito fu trasformata in cappella.

La ciminiera che si scorge dal giardino dell’Hôtel de Coulanges vi sembrerà un po’ fuori posto in questo quartiere dove si respira aria d’Ancien Régime. Questo è ciò che è rimasto di una delle ultime fabbriche del Marais, che trattava le ceneri della lavorazione dei metalli preziosi per recuperare polvere di metallo e limature, che venivano poi riutilizzati. Un modo, insomma, per limitare gli sprechi.

Se riuscite a venire qui all’apertura, ci troverete poca gente e il giardino si offrirà a voi in tutta la sua freschezza, oasi di pace che ispira il riposo e stempera, almeno per un po’, l’effervescenza della città dalle mille luci.

Prima di cercare il vostro angolo preferito, però, fermatevi un momento a leggere il cartello all’ingresso. Il nome di Joseph Migneret, a cui il giardino è stato intitolato, evoca il ricordo doloroso di un vissuto che non ci appartiene direttamente, ma che è comunque scritto con lettere di fuoco sulla nostra pelle. Giusto tra le Nazioni, eroe della Resistenza, Migneret ha salvato dalla deportazione molti allievi ebrei della scuola che dirigeva proprio da queste parti.

E ancora una volta alla Natura è affidato il difficile compito di medicare le ferite inferte dalla Storia. Mi piace immaginare questo giardino come un monumento vivente alle sofferenze di un’intera generazione, che ci accoglie, ci ospita e sottovoce ci racconta, ci avvolge con i suoi profumi, ci ristora con la sua ombra e ci invita a non dimenticare. Mai.

3 Comments

  1. Ci sono capitata per caso, un giorno in cui andavo alla ricerca di una panchina sulla quale fermarmi per gustare i fallafel appena comprati qualche metro in là, e me lo sono proprio goduto il mio pranzetto in questo angolo di verde tranquillo e nascosto … senza accorgemi della targa vicino al cancello se non andando via! Mannaggia, come mi sono sentita a disagio e anche in colpa in quel momento, io sempre così presa dalla mia golosità; ci tornerò, con più consapevolezza. Ciao, Elena

    • bgcastaldo

      Beh, la targa è piuttosto defilata, difficile vederla al primo colpo d’occhio, ma il fatto che tu ti sia goduta la tua sosta rende onore al giardino e a tutto quello che rappresenta. Al prossimo viaggio rue des Rosiers e il suo piccolo parco saranno lì ad attenderti e poco più avanti potrai fare una piccola pausa a Le loir dans la théière, giusto alla fine della strada. Il tuo parere sulle sue torte casalinghe mi interessa molto 😉

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