Un tè da matti in rue des Rosiers

“Sotto un albero dinnanzi alla casa c’era una tavola apparecchiata per il tè, alla quale sedevano la Lepre Marzolina e il Cappellaio; un ghiro sedeva tra loro, profondamente addormentato, e gli altri due se ne servivano come di un cuscino, appoggiandovi i gomiti e conversando al di sopra della sua testa”.


Varcare la porta di legno bordeaux ed entrare a Le loir dans la théière è un po’ come cadere nella tana del coniglio e finire nello stravagante mondo di Alice.

Qui sembra tutto sottosopra, disposto a caso e, a un primo sguardo, non c’è verso di trovare un mobile uguale a un altro: tavoli alti, bassi, tondi, quadrati, sedie di legno, di metallo, con i braccioli, da ufficio, poltrone in cuoio un po’consunte, poltroncine da cinema, divani, divanetti, a due posti, a tre…  

Le pareti tappezzate da vecchie locandine di spettacoli teatrali e mostre d’arte, che si contendono lo spazio con le lavagne che recitano il menù del giorno, giocattoli e oggetti dall’aria vissuta. Tutto contribuisce a quell’atmosfera un po’ brocante, un po’ bohémienne, che ti fa sentire a casa.

L'insegna
© Frammenti di Parigi
Il posto giusto per un tè in compagnia

Un piccolo cartello all’ingresso avverte che nel locale non sono ammessi computer: qui si viene per scambiare quattro chiacchiere, come conferma il piacevole brusio delle conversazioni che ti investe già dalla soglia. Oppure per leggere un libro, sprofondati in una delle poltrone, davanti a una tazza di tè e a una fetta di torta dalle dimensioni inverosimili, mentre il famoso ghiro della fiaba di Carroll fa capolino da una grossa teiera blu dipinta sul muro.

Il lungo bancone stracolmo di torte, che sembrano uscite dal forno di casa, golose e incredibilmente profumate, non lascia scampo: impossibile resistere alla tentazione.

Il bancone con le torte in esposizione
© Frammenti di Parigi
Tarte au citron meringuée

Di solito la fetta di torta si condivide, perché è troppo grande per riuscire a finirla tutta da soli, specie se si viene per pranzo e la torta diventa così il dessert, ma dopo anni di duro allenamento, posso affermare con orgoglio di essere capace di mangiare una fetta di tarte au citron meringuée tutta da sola. 

Abilità a dir poco straordinaria, perdonate l’immodestia, e tale da lasciare a bocca aperta persino mia sorella, che passa per essere la golosa di famiglia.

© Frammenti di Parigi
Nella tana del Bianconiglio

Ogni tanto capita di dover aspettare un po’ per avere un tavolo, e allora fuori dal locale si forma una fila ordinata e variopinta in cui s’intrecciano conversazioni in lingue diverse.

L’attesa non è mai troppo lunga e quando arriva il mio turno di entrare, sosto un attimo sulla porta, lasciandomi avvolgere da quell’atmosfera un po’ vaporosa che hanno i locali affollati.

Mentre uno dei camerieri dall’aria sognante mi accompagna al mio tavolo, non posso fare a meno di guardarmi intorno. Ci sono persone di tutte le età in questo locale così fuori dal comune, persone che, come me, hanno voglia di entrare per un po’nel mondo sottosopra di Alice, dove è sempre l’ora del tè.

Un muro della sala da tè tappezzato di locandine
© Frammenti di Parigi

E in tanto che ve ne state tranquillamente seduti ad assaporare tutte queste delizie, vi potrà capitare di vedere un barbuto signore, alto e corpulento, vestito di bianco, fare la spola tra la cucina e il bancone dei dolci, con aria truce.

Non è il Bianconiglio che grida trafelato è tardi, è tardi, ma Eric, il pasticcere di Le Loir, che controlla le sue creature.

Qualche dolce sta per finire? Il bianconiglio pasticcere corre in cucina a operare un’altra magia, perché il tè con Alice sia sempre una meraviglia.

Murales del tè di Alice e il Cappellaio matto
© Frammenti di Parigi

E per qualche foto in più, clic qui.

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