“Dammi odoroso all’ alba un giardino di fiori profumatissimi dove io possa camminare indisturbato”
Walt Whitman
Passeggiando in rue des Archives, i portoni e i palazzi su cui si ferma lo sguardo sono davvero tanti, tutti bellissimi.
C’è però un grande portale sbiadito dal tempo, fiancheggiato da due torrette, che si distingue dagli altri e davanti al quale è impossibile non fermarsi.
Una lastra di marmo racconta che è l’antico ingresso dell’Hôtel de Clisson, ricca dimora del connestabile di Francia, eretta nel XIV secolo.
Oggi il portale e le torrette appartengono agli Archivi Nazionali, che custodiscono preziosi documenti storici, alcuni dei quali risalgono al VII secolo.
Gli Archivi custodiscono anche un altro tesoro tra le loro mura. Un tesoro fatto di bellezza e di poesia, segreto, eppure sotto gli occhi di tutti.
Piccoli giardini profumati dall’atmosfera incantata, stretti tra gli Hôtel particulier che compongono il quadrilatero degli Archivi, fazzoletti verdi dove sedersi e lasciare riposare i pensieri.
Oltre il cancello
Un cancello sotto il colonnato e una stradina lastricata, a cui si accede dalla corte d’onore dell’Hôtel de Soubise, conducono ai giardini e alle loro panchine di legno, nascoste tra la vegetazione.
È qui che sono seduta adesso.
Senza mostrare il minimo fastidio per le persone che passeggiano, chiacchierano, improvvisano una pausa pranzo, le api si affannano operose attorno ai fiori più belli, indifferenti a tutto, intente alla loro opera.
Ogni tanto qualcuna si spinge fino alla panchina su cui sono seduta, curiosa tra i miei pacchi, volteggia attorno al libro che sto leggendo, ma appena si accorge che i colori brillanti non appartengono a un bel fiore profumato, mi abbandona sdegnata.
Atmosfera Grand Siècle
Il ronzio degli insetti si accompagna ai gorgheggi della piccola fontana rocciosa al centro del prato come una delicata melodia e nessun altro rumore turba la quiete di questo luogo fatato, dove tutti parlano sottovoce.
Dalla mia panchina invisibile in fondo al giardino guardo verso l’Hôtel d’Assy per ammirarne ancora una volta la bellezza un po’ appassita, l’elegante architettura grand siècle e mi domando come sia possibile che esista un posto simile nel cuore del Marais.
Un restauro mirato
Restituito alle fattezze di un tempo, disegnato rispettando i canoni della moda di metà ottocento, questo giardino è una porta magica che si apre sul passato.
L’atmosfera è così intima che mi cullo nell’ illusione di sedere nel mio giardino privato.
Poco più in là, altri piccoli fazzoletti verdi fiancheggiano gli Hôtel particuliers che fanno parte degli Archivi Nazionali, altrettanto belli e intimi, fino al grande e simmetrico giardino antistante l’Hôtel de Rohan, bordato di platani robusti, con al centro un prato che disegna volute morbide, ombreggiato di pini.
Da qui si scorge, come accadeva in passato, l’Hôtel de Soubise.
I moderni paesaggisti hanno rispettato la prospettiva voluta da chi abitava le lussuose stanze di questi palazzi molto tempo fa, creando un’alchimia perfetta in cui la grandezza degli edifici seicenteschi si accosta alla delicata poesia dei piccoli giardini.
Qui vive un invisibile Genius loci che, benevolo, protegge con il suo incantesimo i giardini segreti. Si respira un’ aria serena e volentieri vengo qui a riposare.
Delicato e leggero come ali di farfalla, mi ha fatto vibrare di emozione
L’emozione è la mia nel leggere il tuo commento,grazie 😊
Pingback: L'Hôtel de Rohan: storie di gioielli e inganni | Frammenti di Parigi