A Parigi ci sono luoghi che possiedono un lato misterioso, oscuro, un’aura tenebrosa, che il tempo ha lentamente trasformato in leggenda.
L’Opéra Garnier e il suo fantasma ne sono un perfetto esempio.

Alcuni pensano che uno degli ectoplasmi più conosciuti al mondo sia solo il frutto della prolifica penna di Gaston Leroux. In realtà, sembra che il celebre giornalista-scrittore abbia solo rielaborato e arricchito di particolari una leggenda che circolava da tempo nei corridoi del teatro.
Nascita di un mito
Tutto ebbe inizio il 28 ottobre 1873, quando l’Opéra di rue Pellettier fu devastata da un incendio. Un giovane e talentuoso pianista vi rimase coinvolto assieme alla fidanzata, che faceva la ballerina nello stesso teatro.
Si racconta che il giovane stesse componendo un inno per le loro prossime nozze proprio quando scoppiò l’incendio. La ragazza perse la vita, mentre il pianista si salvò, ma riportò terribili ferite, che gli sfigurarono il volto.

Dato inizialmente per disperso, dopo qualche tempo le autorità lo dichiararono morto, ritenendo che fosse rimasto sepolto sotto le macerie dell’edificio.
Distrutto dal dolore, provando vergogna per la sua deformità, il pianista si rifugiò nei sotterranei dell’Opéra Garnier, che al tempo era ancora in costruzione. Qui visse fino alla morte, nutrendosi dei pesci del lago che si trova sotto l’edificio (se volete saperne di più del lago sotto l’Opéra, cliccate qui).
Consacrò la sua esistenza alla musica e si dedicò alla composizione di un inno all’amore e alla morte, in memoria della sua amata, senza mai più rivedere la luce del sole.
Ernest, questo era il suo nome, morì in solitudine e il suo corpo si confuse con i resti dei comunardi, fucilati nel 1871 nei sotterranei del teatro.
Segreti svelati
Tutto fu dimenticato finché, nel primo decennio del nuovo secolo, a qualcuno venne l’idea di incidere con il fonografo le voci di cantanti famosi. Sarebbero state conservarle in un forziere in acciaio, sepolto nei sotterranei dell’Opéra Garnier.
Gli operai addetti allo scavo trovarono uno scheletro, che si pensò appartenesse a uno dei comunardi fucilati.
Gaston Leroux, però, non era della stessa opinione e tentò di dimostrarlo. Il cadavere presentava, secondo lui, alcuni segni inconfondibili che ne provavano l’identità. Il fantasma dell’Opéra era, dunque, realmente esistito, anche se aveva fatto di tutto per diventare un’ombra.

Manifestazioni inquietanti
Per Leroux era il fantasma il responsabile di alcuni inspiegabili episodi avvenuti all’interno del teatro, come la morte per strangolamento di un macchinista; la polizia aveva supposto si trattasse di suicidio, ma non si erano trovate tracce della corda usata dal poveretto per impiccarsi.
Una giovane soprano, Kristina Nilsson, raccontò di aver sentito più volte una voce melodiosa chiamarla per nome, e spesso capitava che i musicisti trovassero misteriose correzioni sui loro spartiti.
E ancora, una ballerina precipitò da una galleria e perse la vita schiantandosi sul tredicesimo gradino della grande scalinata.
Il monumentale lampadario della platea cadde durante la rappresentazione del Faust di Gounod, il 20 maggio 1896, uccidendo una spettatrice che occupava, ovviamente, la poltrona numero tredici.

Sembra poi che i diversi direttori all’Opéra ricevessero tutti delle missive misteriose. Li si minacciava di eventi terribili, se non avessero consegnato all’anonimo autore delle lettere ventimila franchi al mese e riservato il palco numero cinque per ogni rappresentazione.
E non si contano le apparizioni del fantasma a cui dicevano di aver assistito impiegati, tecnici, cantanti e danzatori.
Insomma ce n’era più che a sufficienza per nutrire la fantasia di uno scrittore.
Il fantasma oggi
Anche oggi il fantasma continua a far parlare di sé. Pare che durante le rappresentazioni de Le fantôme de l’Opéra , siano esse film o musical, si producano eventi a dir poco singolari: piccoli incidenti, distruzione del materiale di scena, candelieri che cadono provocando incendi, tutto per fortuna senza gravi conseguenze. Gli attori sono convinti che la pièce sia stata maledetta.

Ernest, ormai divenuto un vero fantasma, avrebbe lanciato un anatema su una storia che si discosta incredibilmente dalla sua e che disonora la sua memoria e quella dell’amata.
Unico rimedio contro la maledizione è non pronunciare mai il titolo della rappresentazione mentre si fanno le prove, si gira o si va in scena.
Comunque, che ci crediate o no, il palco numero cinque dell’Opéra continua a restare vuoto, forse perché sulla porta d’ingresso una targa recita: loge du fantôme de l’Opéra.
E chi mai vorrebbe sedere fianco a fianco con un fantasma?

SEMPLICEMENTE…adoroooooooooooo mi affascinano molto questo tipo di racconti anche avendo 12 anni mi affascinano sempre racconti di questo tipo 🙂
Grazie, grazie mille. Sono davvero contenta che ti sia piaciuto 🙂
Magnifico❤️ da bambina mia nonna mi faceva vedere sempre il film in bianco e nero del fantasma dell’opera raccontandomi di questa stupenda opera , innamorata di questo fantasma❤️
Grazie Marcella! Una storia che ha sempre affascinato anche me 🙂
I film in bianco e nero che la raccontano restano sempre i miei preferiti, regalano suggestioni diverse da quelli più “moderni” .
Un abbraccio
Barbara