Lo Square du Temple tra natura e storia

A pochi passi da casa mia, nel 3ème arrondissement, c’è un lussureggiante giardino pubblico, molto frequentato dalle famiglie della zona, lo Square du Temple.

Dopo la scuola, le mamme ci vengono a fare due chiacchiere, mentre i bambini scorrazzano al sicuro nell’area giochi, così bella che verrebbe voglia di entrarci a giocare, pur avendo da tempo superato il limite di età.

L’area è ricoperta da un manto di sabbia fine per proteggere i piccoli da cadute impreviste. Mescolata all’acqua della fontanella lì accanto, la sabbia diventa spesso un divertentissimo gioco.

Basta aprire un rubinetto e il secchiello da spiaggia si riempie fino all’orlo. Un piccolo sforzo per portarlo all’interno dell’area gioco senza perdere troppo del prezioso contenuto ed ecco che intrugli magnifici prendono vita. Torte, torri o interi castelli, improbabili animali modellati da manine cicciutelle.

Quanto mi piacerebbe…

Square du Temple ©Frammenti di Parigi

Guardo i bambini giocare, protetta dalle chiome dei grandi alberi, che distendono sulle panchine un’ombra benevola e diffondono un concerto di uccellini.

Non posso che rilassarmi e godere il momento.

Il peso della storia

Quando cessa il rumore della vita vissuta di corsa, qualche pensiero s’intrufola.

E così mi viene in mente un articolo di giornale che ho letto. Era dedicato a questo splendido giardino che, stretto tra palazzi di grande pregio ed edifici più modesti, strade indaffarate o silenziosi passaggi un po’ nascosti, regge sulle spalle il peso della storia.

Come se non bastasse, al nome già significativo, Square du Temple, dove Temple sta per Tempio, ovvero Templari, nel 2016 si è aggiunto quello del premio Nobel per la pace 1986, Elie Wiesel.

La Mairie du 3ème arrondissement dallo Square du Temple
©Frammenti di Parigi

Wiesel, nato nel 1926, fu testimone diretto della Shoà e di tutti gli orrori di quegli anni bui, in cui il genere umano aveva perso ogni barlume di ragione. Scampato ad Auschwitz, fu accolto a Parigi dall’Oeuvre de secours aux enfants, la cui sede è stata a lungo in questo arrondissement, uno dei più colpiti dalla deportazione.

Ma non è l’unica atrocità di cui questa terra, su cui i piedi nudi dei bimbi lasciano piccole impronte bagnate, ha sostenuto il peso.

L’Enclos du Temple

Nel XII secolo, in quest’area sorgeva l’Enclos du Temple, una sorta di città fortificata costruita all’interno di Parigi per ospitare i cavalieri Templari. Era una gigantesca commenda, con la chiesa, gli edifici monastici, case e palazzi. C’erano anche due grandi torri, la Tour César e la Tour du Temple, che rinforzavano le mura.

Square du Temple
L’Enclos du Temple vers 1450– F. Hoffbauer, musée Carnavalet

Quando l’ordine cadde in disgrazia, molti confratelli furono arrestati proprio qui, con grande spargimento di sangue. Quello che è successo dopo lo sapete: accuse infamanti, confessioni estorte con la tortura, fino alla condanna al rogo dell’ultimo Gran Maestro, Jacques de Molay.

Sciolto l’ordine del Tempio, l’Enclos du Temple passò nelle mani degli Ospitalieri e vi restò fino alla Rivoluzione, quando divenne bene nazionale.

Enclos du Temple nel plan de Turgot del 1730
Enclos du Temple, plan Turgot 1730
Una prigione reale

Nella Tour du Temple, il 13 agosto 1792, fu imprigionata la famiglia reale. Luigi XVI, Maria Antonietta con i figli, Madame Royale e il delfino, assieme alla sorella del re, Madame Elizabeth. Anche lei, come il fratello e la più famosa cognata, trovò la morte sotto la lama della ghigliottina.

Tra la cancellata dello Square du Temple e la Mairie du 3ème, c‘è una piccola via pedonale, rue Eugène Spuller. In mezzo ai ragazzi che giocano a pallone e ai papà che insegnano ai figli ad andare in bicicletta, noterete delle placche di metallo sull’asfalto. Indicano il luogo esatto dove sorgeva la Torre.

Ogni otto giugno, davanti a una targa affissa sul muro della Mairie, si riuniscono alcune persone per commemorare il piccolo Luigi XVII, rimasto solo nella Torre dopo che gli adulti erano stati portati via e non avevano più fatto ritorno.

Morì, infatti, l’8 giugno 1795, all’età di 10 anni. Un re senza corona, che non salì mai al trono, vittima della follia generata da un alto e nobile ideale.

Solo la sorella maggiore, Madame Royale, sopravvisse alla Rivoluzione. Oggetto di scambio con alcuni rivoluzionari detenuti in Austria, riuscì a ricongiungersi alla famiglia della madre.

La tour du Temple nel 1785
La Tour du Temple en 1785 ©BNF
Napoleone e i realisti

Durante il primo impero, Napoleone, stufo del pellegrinaggio dei realisti che si raccoglievano davanti alla torre in ogni data significativa, ordinò che fosse abbattuta. Tentò così di cancellare a colpi di piccone una buona parte degli scempi rivoluzionari.

Qualche anno più tardi, però, Madame Royale tornò per piantare un salice piangente ed alcuni cipressi al posto della torre scomparsa.

In seguito, i resti dell’Enclos du Temple ospitarono un convento e poi una caserma. Nel 1853, si decise di abbattere tutti gli edifici ancora in piedi per creare un giardino che soddisfacesse i criteri urbanistici del barone Haussmann.

Il barone cominciava già a imperversare per la città, radendo al suolo il vecchio per far posto al nuovo.

Ed ecco che tocca alla natura sanare le ferite della storia, portando bellezza e armonia là dove c’erano orrore e crudeltà.

Incontri allo Square du Temple
©Frammenti di Parigi
Un’oasi verde

Ed ecco quindi un magnifico giardino, ricco di alberi rari ed esotici, dove sedere e osservare il viavai degli uccelli nei pressi del piccolo stagno, lasciandoci cullare dal rumore della cascata, le cui rocce provengono dalla foresta di Fontainebleau.

Oppure possiamo fermarci a guardare le partite di ping-pong che si disputano ai tavoli a fianco dell’area giochi, aspettando con pazienza il nostro turno. Ci terranno compagnia le voci dei bambini che inventano giochi e le loro risate.

O magari incontrarci con gli amici per un aperitivo en plein air. Ci siederemo su una coperta stesa sul prato assieme a gente di tutti i colori.

Inverno allo Square du Temple ©Frammenti di Parigi

Se capitate qui una domenica d’estate, nel pomeriggio, troverete sotto il gazebo primi novecento qualche musicista amateur che, munito di chitarra e amplificatori, diletta tutto il vicinato per ore.

Non sempre è un’esperienza piacevole per le orecchie. Dopotutto, però, fa parte dell’essenza di questo luogo pieno di vita, che giorno dopo giorno cura la terra dalle offese di un tempo non troppo lontano.

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