Lo Used book café

Lo Used book café è uno di quei luoghi un po’ magici che si nascondono dove mai penseresti di trovarli. Una piccola sala da tè a due passi da place des Vosges, al 111 boulevard Beaumarchais, che quanto a traffico non è secondo a nessuno.

L’ingresso potrebbe passare inosservato, se non fosse per i tavoli della terrasse.

Lo stesso si può dire della seconda entrata, all’interno del negozio Merci (clic qui per scoprire quanto è bello).

Si è talmente distratti dall’esposizione, dagli oggetti in vendita, che si rischia di non notare i tre scalini che conducono allo Used book café.

La cinquecento rossa all'ingresso di Merci e le vetrine dell'Used book café
L’ingresso di Merci ©Frammenti di Parigi

Sarebbe un vero peccato mancare questo caffè, che assomiglia alla biblioteca di una dimora privata, e non approfittarne per conoscere meglio Merci, il negozio solidale che devolve una parte dei proventi al fondo che porta il suo nome.

Scuole, pozzi, orti e frutteti si realizzano un po’ ovunque nel mondo grazie a Merci e ai suoi clienti.

La scelta del nome, come immaginerete, non è casuale.

interno dell'Used book café
©Frammenti di Parigi
Luci basse e conversazioni sussurrate

Le pareti rivestite di scaffali colmi di libri, tutti usati, tavolini, sedie e poltrone vintage, lo Used book café è un invito a sedersi e lasciare liberi i pensieri.

L’atmosfera è rilassata, il tono di voce di camerieri e clienti gradevolmente basso.

Che siate entrati per le petit-déj, il brunch, per un pranzo veloce o una merenda, scoprirete quanto sia piacevole prendere una pausa che profuma di libri e che ha il sapore dei piatti cucinati dalla nonna.

Deliziosi i dolci, il cappuccino o il Golden latte. Non sono da meno le torte salate e le zuppe, ma tutto scompare di fronte alle pareti straripanti di libri, tutti in vendita.

Ciascun volume ha sul retro un piccolo bollino colorato: giallo, verde, rosso, blu. Servono a indicare il prezzo, che varia dai due ai venti euro.

Una volta fatta la vostra scelta, potete passare alla cassa del negozio per l’acquisto.

I libri in esposizione
©Frammenti di Parigi
Used book

Mi rendo conto di soffrire di una specie di malattia. È sufficiente che qualcuno pronunci le parole used book per farmi drizzare le orecchie. Se poi le associa alla parola caffè, avrà tutta la mia attenzione.

I libri usati sono una mia debolezza. Non so resistere alle pagine ingiallite, alle copertine macchiate, ai bordi mangiucchiati. Devo prenderli in mano, aprirli con delicatezza e immergermi nella storia, quella raccontata nelle pagine e quella invisibile, segreta, che ha portato lo used book fino a me.

Capirete dunque che per me è complicato uscire dallo Used book café senza un libro.

Il libro che ho comprato all'Used book café
©Frammenti di Parigi
Una scelta complicata

È impossibile leggere tutti i dorsi dei libri esposti, sono centinaia. In più, le scaffalature arrivano al soffitto. Per non parlare dei tavoli posizionati davanti. Non è molto educato importunare le persone che sono sedute.

Lascio dunque al caso dirigere la mia scelta. Mi siedo a un tavolo e mentre sorseggio il mio tè, o mi avvento su una fetta generosa di carrot cake, comincio a sbirciare i titoli ad altezza occhio.

Dopo mi alzo e senza spostarmi dal tavolo, leggo i dorsi fino a dove riesco ad arrivare con lo sguardo. Colori, epoche, argomenti, rilegature, è tutto diverso, tutto terribilmente affascinante. Ne prendo uno che mi ha attirato, un altro e un altro ancora, finché non trovo lui, il libro che mi porterò a casa quel giorno.

Clienti all'Used book café
©Frammenti di Parigi

L’ultima volta ho comprato, sotto lo sguardo perplesso di mio marito, una raccolta di racconti, senza copertina. Mancava la parte iniziale, il libro cominciava a pagina 181 con il racconto Papillon de mite. Non ho saputo resistere al mistero che celava: niente titolo, niente autore, solo parole, bellissime.

Dans ma maison familiale, dans mon logis particulier qui est comme un coin d’Orient ancien, un soir terne et voilé de printemps, entre les rideaux sombres et presque fermés, une lueur de crépuscule se glisse, triste, dessinant une longue raie dans l’air obscure

Mistero svelato

Ho scoperto poi che si trattava di Figures et choses qui passent, di Pierre Loti.

Forse vi state chiedendo come sia possibile acquistare un libro usato a cui mancano 180 pagine. Ma per me è proprio questo il fascino. Mi chiedo Perché mancano? Da dove viene il libro? Chi lo ha tenuto tra le mani prima di me?

E mentre mi portavo a casa questo libro sperduto, mio marito pensava già a come impedire che anche le pagine rimaste abbandonassero la malconcia rilegatura.

Una parete dell'Used book café
©Frammenti di Parigi

Lo ha preso e il giorno dopo mi ha restituito il libro incollato, con una copertina fai da te in carta ruvida tagliata a mano, deliziosa.

Se non è amore questo…

In conclusione, se vi sentite in vena di adottare un libro sperduto, gustando piatti semplici e genuini o lasciandovi avvolgere dalle volute profumate di un ottimo tè, non vi resta che fare un salto all’Used book café.

6 Comments

  1. Sono tremendamente d’accordo con te su tutta la linea, anch’io soffro della stessa malattia 🙂 Mi segno questo posto per la mia prossima (decima) visita nella mia città del cuore, grazie!

    • B.G. Castaldo

      Grazie Paola 🙂 Scrivendo questo articolo, ho scoperto con molto piacere che ci sono altre persone come noi. Il non saper resistere a un libro un po’ malconcio ci accomuna. 😉
      Un abbraccio
      Barbara

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