Place des Vosges, il fascino della storia

Place des Vosges è il mio coin de Paris preferito. Adoro la sua bellezza austera. Anche adesso, sulla soglia dell’inverno, quando i rami spogli degli alberi lasciano intravedere la raffinata architettura seicentesca tra i loro intrecci bruni.

Amo il silenzio composto e la calma maestosa che abitano questi luoghi, lo scrosciare dell’acqua nelle fontane; i bimbi che giocano nei bac à sable, affascinati dalla sabbia che scorre tra le dita, i gruppi di amici che si ritrovano sui prati in estate; i lettori solitari, i turisti ammutoliti davanti all’eleganza senza fronzoli di questa Parigi, i picnic al tramonto.

Cerco di passare di qui ogni volta che posso, anche solo per un momento, per respirare l’atmosfera di questa piazza e tornare a casa con gli occhi pieni di bellezza. Fa bene all’anima.

Inverno in place des Vosges
© Frammenti di Parigi
Armonia di mattoni e ardesia

Quando fa freddo, non è possibile sostare a lungo sulle panchine dello square Louis XIII, e tantomeno sui prati, a meno di non rischiare il congelamento, ma è da qui che si gode la vista migliore sugli edifici di mattoni e pietra chiara, con i loro tetti blu d’ardesia, che avvolgono il giardino in un abbraccio protettivo.

Questa, infatti, è una piazza chiusa, un “quasi quadrato” di cui gli edifici, identici per stile e altezza, formano i lati, creando un’armonia perfetta di forme e colori. Solo due di essi sono più alti e si differenziano per piccoli dettagli ornamentali, il pavillon du Roy, lato sud, verso rue Saint-Antoine, e il pavillon de la Reine, lato nord, quello di rue du Béarn. Non mi stanco mai di guardarli, di osservarne i particolari, di scoprirne le piccole incongruenze e i cedimenti dovuti al tempo, che pure è stato clemente con questo capolavoro del Grand siècle.

place des Vosges in un giorno d'autunno
© Frammenti di Parigi
Sotto i portici

Se il freddo diventa insopportabile, lascio il giardino e percorro lentamente i portici: un’altra visuale per studiare i palazzi più da vicino, da angolature diverse. A volte cambiare punto di vista è illuminante.

Ci sono molti negozi, gallerie d’arte e caffè, sobri ed eleganti come la piazza che li ospita. Dalla boutique di Damman sfuggono profumi di spezie, fiori e tè, impossibile non entrare: il soffitto con travi a vista, le scaffalature piene di scatole di latta nere e bordeaux, il piacere di ficcare letteralmente il naso nei cofanetti tester per scegliere un nuovo tè da portare a casa.

© Frammenti di Parigi

Spesso sotto le arcate si incontrano dei musicisti, che condividono un po’ della loro arte con noi comuni mortali: la musica che scivola lungo i portici richiama altri passanti, unisce sconosciuti nell’ascolto, fa da colonna sonora a una passeggiata solitaria e da sottofondo ai sussurri degli innamorati, fa vibrare le corde del cuore.

Non credo serva di più per fare di questa piazza il mio angolo preferito di Parigi, ma c’è comunque dell’altro, qualcosa di sottile e sfuggente, emozioni che rimangono a fior di pelle e non si lasciano cogliere dalla ragione. Qui si respira un nonsoché di magnifico e tragico allo stesso tempo, qui si respira la storia di Parigi, dei personaggi che l’hanno abitata.

Estate in place des Vosges
© Frammenti di Parigi
Destini reali

Penso a Caterina de Medici, vissuta qui quando ancora questa piazza non esisteva. Fece abbattere l’Hôtel de Tournelles, che sorgeva proprio su questo terreno, perché le era impossibile soggiornarvi da quando in una delle sue magnifiche stanze era morto il marito. Il re Henri II, spirò per le ferite riportate durante una giostra equestre, organizzata in occasione delle doppie nozze di figlia e sorella. Che strano destino…  

Penso a Henri IV, che ne ordinò la costruzione e stabilì si chiamasse place Royale, ma non poté vederne l’inaugurazione nel 1612, perché morì due anni prima per mano di Ravaillac.

place des Vosges
© Frammenti di Parigi

Penso ai duelli tra aristocratici, che si svolgevano all’ombra di questi edifici e ai grandi che ne hanno abitato le stanze, da Richelieu a Bossuet, da Victor Hugo a Simenon; a tutte le volte che place des Vosges ha cambiato nome, seguendo i venti mutevoli della politica, e penso alle intemperanze della storia con la “s” maiuscola, che per fortuna l’hanno solo sfiorata.

Place des Vosges non è solo un luogo da visitare, da catturare in una foto e poi passare oltre. Place des Vosges è una versione urbana del locus amoenus, viva e vibrante, che nasconde la sua vera anima tra le pietre dei palazzi e nella terra dei giardini. A voi il piacere di scoprirla.

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