Una passeggiata al Parc de Bagatelle in compagnia dei pavoni e della banda di Scat-cat

Varcare il cancello del Parc de Bagatelle è un po’ come scoprire il passaggio segreto che conduce al mondo delle fiabe, come aprire le ante dell’armadio delle Cronache di Narnia o bussare alla porta di Bilbo Baggins.

Vi basterà passeggiare per i suoi grandi viali, ombreggiati da alberi antichi e maestosi, per raccogliere a ogni sguardo tutti gli ingredienti necessari a cucinare una favola secondo i vostri gusti.

Per prima cosa, incontrerete sulla vostra strada il piccolo, grazioso castello. Sono quasi certa che dietro le raffinate imposte chiuse si nasconda una principessa un po’ timida, che esce solo di notte, quando il parco è chiuso.

Principessa o no, la vera storia di questo delizioso palazzo assomiglia davvero a una favola. La sua nascita si deve a una scommessa tra la regina Marie-Antoinette e il conte d’Artois, suo cognato, che aveva acquistato per i suoi svaghi privati (leggi: incontri galanti) un padiglione strategicamente posizionato lontano da occhi indiscreti, che versava, però, in pessimo stato.

Parc de Bagatelle

La regina aveva scommesso 100 mila livres, una somma esorbitante all’epoca, che non sarebbe stato capace di accoglierla degnamente nella sua nuova proprietà al ritorno della corte da Fontainebleau, ovvero dopo appena due mesi.

Il conte, manco a dirlo, raccolse la sfida e fece abbattere il vecchio edificio per costruirne uno nuovo. Novecento operai lavorarono giorno e notte a quella che fu definita la Folie d’Artois e in sessantaquattro giorni tutto fu pronto per la visita della regina: il piccolo castello, che possiamo ammirare ancora oggi, e il suo incantevole giardino all’inglese.

Proseguendo il cammino, troverete poco più in là delle cascatelle punteggiate di cespugli odorosi: sono un vero e proprio invito a sdraiarsi sul prato e a lasciarsi cullare dal mormorio delle acque gorgoglianti, ma fate attenzione a non disturbare le fate che abitano tra le rocce, sono un tantino permalose.

Parc de Bagatelle

Dietro una curva a margine di un sentiero, la pagoda cinese, sormontata da un drago dorato che risplende sotto il sole, vi lascerà senza parole. Inutile che vi sediate sulla panchina ad aspettare l’imperatore per farvi offrire un tè, perché è partito per un lungo viaggio e fossi in voi, io non darei troppa confidenza al drago, che sembra ciarliero e amichevole, ma ha davvero un brutto carattere.

Le grotte, come è lecito attendersi, nascondono bauli pieni di tesori. I pirati, però, non sono lontani, perciò attenzione, non vorrei che vi ritrovaste su un vascello a spazzare il ponte o peggio ancora, a camminare su una tavola di legno sollecitati da una spada affilata a fare un tuffo in pieno oceano.

I verdi specchi d’acqua popolati di carpe gigantesche sono la dimora di ninfe e naiadi, non sempre amichevoli, è risaputo, perciò vi raccomando prudenza.

Il laghetto coperto da un manto bianco rosato di fior di loto e ninfee, invece, è terreno di gioco per gnomi e folletti, che si nascondono nelle fresche corolle. Chissà che non vi invitino a unirvi a loro…

E mentre passeggiate, sentirete riecheggiare il richiamo incessante dei pavoni: si avvicinano ai visitatori senza alcun timore. Vi chiederanno di certo se per caso vi è rimasto qualcosa del vostro pic-nic. Un bocconcino non si disdegna mai e se la stagione è quella giusta, per ringraziarvi vi omaggeranno di una bella ruota.

Parc de Bagatelle

Ma i veri padroni del Parc de Bagatelle sono Scat-cat e la sua banda. Ricordate gli amici di Romeo ne Gli Aristogatti, quelli che facevano jazz sui tetti di Parigi? Beh, nella bella stagione pare si trasferiscano qui. Hanno l’aria da duri, ma diventano dei veri teneroni quando i giardinieri passano a distribuire croccantini.

E a proposito di giardinieri, la casetta detta “del giardiniere” sembra essere arrivata in volo direttamente dalla Foresta Nera: circondata di fiori profumatissimi e provvista di un delizioso orticello (di sicuro il fagiolo magico cresce qui da qualche parte) e di un frutteto traboccante di pomi succulenti, è un vero e proprio gioiello tra i gioielli.

E quando arriverete finalmente all’Orangerie non potrete fare altro che soccombere al suo fascino. Si potrebbe passeggiare per ore nel roseto e inebriarsi del profumo delicato che permea l’aria, accarezzare i petali vellutati dai mille colori e poi sedersi a riposare su una panchina a osservare il lento declinare del sole. Qui troverete il vostro nirvana, ne sono certa.

Parc de Bagatelle

Arrivati a questo punto, il Parc de Bagatelle vi avrà in pugno, sarete suoi per sempre, così come è successo a me.

Ma perché poi si chiama “Bagatelle”, parola che significa sciocchezza, inezia? Ebbene pare che l’origine del nome sia da ricercarsi in un cospicuo esborso di denaro, antecedente a quello altrettanto ingente del conte d’Artois.

Nel 1720 qui sorgevano due piccoli padiglioni, che il duca d’Estrées, maresciallo di Francia, acquistò per farne dono alla moglie. Ma prima di poter consegnare nelle gentili mani della consorte le chiavi del domaine, dovette procedere a dei lavori di restauro, che gli costarono una discreta cifra, definita al tempo, non senza ironia, una bagatelle appunto. Noblesse oblige, chers amis.

Madame d’Estrées, la birichina, ne fece un luogo di incontri galanti e di feste a dir poco equivoche, frequentato con piacere da nobili annoiati. Il conte d’Argenson amava infatti dire:

à Bagatelle, chez la maréchale d’Estrées, on passe joyeusement le temps, on y fait l’amour, si vous voulez…

(a Bagatelle, dalla marescialla d’Estrées, si passa piacevolmente il tempo e si fa l’amore se volete…).

Pettegolezzi piccanti a parte, il Parc de Bagatelle è un giardino incantato dove è piacevole perdersi e dimenticare ciò che ci aspetta al di là del cancello, è la poesia della natura declinata in mille sfumature diverse, è la musica dell’universo sussurrata dalle foglie degli alberi che si muovono al vento, è la forza della vita che le api portano di fiore in fiore, è la bellezza che rende più sopportabili gli orrori del mondo.

Parc de Bagatelle

E se volete vedere qualche altra foto del Parc de Bagatelle, troverete un album dedicato sulla pagina Facebook di Frammenti di Parigi (cliccate qui).

3 Comments

    • bgcastaldo

      Abbiamo un gran bisogno di leggerezza e un giardino come quello di Bagatelle aiuta a lasciare andare i pensieri almeno per un po’: molto terapeutico. Grazie Elena, un abbraccio 🙂

  1. Pingback: Il caldo, Parigi e le fontane Wallace | Frammenti di Parigi

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