Passeggiando dalle parti de Les Halles, vi sarà senz’altro capitato di notare una strana colonna dall’aspetto antico, addossata senza troppe cerimonie alla Bourse du Commerce, l’edificio circolare dal tetto vetrato, che un tempo ospitava la Halle au blé.
Vi sarete domandati cosa ci faccia lì quella colonna che, diciamocelo, è avulsa dal contesto e pare non avere alcuno scopo specifico, tanto meno una funzione decorativa.

Ebbene, quella è la Colonne Médicis e se ne sta lì dal 1574, ovvero da molto tempo prima che fosse costruita la Bourse du Commerce, che le sta vicina vicina.
Piccolo viaggio indietro nel tempo
Nella seconda metà del XVI secolo, su questi terreni sorgeva l’Hôtel de la Reine, fatto costruire in fretta e furia da Caterina de Medici, che aveva improvvisamente deciso di abbandonare il palazzo delle Tuileries appena completato.

Non è che non le piacessero Les Tuileries, anzi, ma la regina desiderava allontanarsi il più possibile dalla parrocchia di Saint-Germain-l’Auxerrois, che aveva piena giurisdizione sulle anime degli abitanti del Louvre e ovviamente de Les Tuileries, che erano lì accanto.
No, la regina non aveva litigato col parroco, che andate a pensare… Caterina aveva fatto i bagagli a causa di una predizione del suo astrologo di fiducia, Cosimo Ruggieri, il quale le aveva detto che sarebbe morta accanto a Saint-Germain (ne avevamo parlato nell’articolo dedicato al Palais des Tuileries, perciò click qui se volete rileggerlo).
Per la cronaca, la previsione di Ruggeri si rivelò esatta, ma la fuga di Caterina fu del tutto inutile. Finì i suoi giorni al castello di Blois, dove un sacerdote di nome Julien de Saint-Germain le somministrò l’estrema unzione. Al destino non si sfugge, a quanto pare.
Ma non stavamo parlando di una colonna?
Giusto, la colonna. Per poter osservare il cielo assieme al fidato Cosimo, Caterina volle dotare il suo palazzo nuovo fiammante di una colonna astrologica e l’architetto di corte, Jean Bullant, l’accontentò senza fare troppe domande.
La colonna occupava allora un angolo della corte sud del palazzo. Alta 31 metri, con un diametro di 3, era stata provvista di una scala interna, a chiocciola naturalmente.

Appena, si fa per dire, cento quarantasette scalini conducono alla sommità, dove fu apprestata una piattaforma di 4 metri quadrati, appositamente orientata secondo i punti cardinali e coperta da una cupola in ferro, che si dice fosse chiusa da vetri.
Per agevolare l’osservazione del cielo da parte della regina, che tutto sommato doveva essere parecchio in forma per salire fin lassù, era stata costruita una porta che dai suoi appartamenti al primo piano del palazzo dava accesso direttamente alla colonna astrologica.
L’architetto non tralasciò comunque l’aspetto estetico della sua opera: decorata da diciotto profonde scanalature, la colonna riporta le iniziali della regina e del suo defunto marito, Henri II, e gli immancabili specchi rotti, che si trovavano anche sulle colonne del Palais des Tuileries.

Prima di parlare degli specchi rotti, però, vorrei farvi notare che le iniziali sulla colonna astrologica sono proprio come avrebbero dovuto essere: la “H” di Henri e le due “C” intrecciate e contrapposte di Caterina de Medici.
In altri luoghi troverete invece una versione studiata personalmente da quel fedifrago di Henri II, che volle includere nel monogramma reale anche l’iniziale della sua amante, Diana di Poitiers.

Come potete notare, la “H” di Henri è stata allargata in modo che le due “C” intrecciate di Caterina possano essere lette anche come due “D”. Lascio a voi ogni commento in merito…
Il simbolo dello specchio rotto
Si racconta che gli specchi rotti siano il simbolo della vita prematuramente spezzata dell’amato marito di Caterina de Medici (il re era rimasto ucciso durante una giostra). Gli interpreti più cattivi ritengono, invece, che si tratti di una sorta di amuleto, che proteggeva la regina invocando la morte dei suoi nemici. Due interpretazioni molto diverse tra cui ognuno potrà scegliere quella che preferisce.
Sulla colonna c’erano, però, anche simboli più positivi, come cornucopie, fiori, corone e ovviamente i gigli di Francia.
Nel 1748, l’Hôtel de la Reine, divenuto nel frattempo Hôtel de Soissons, fu abbattuto e al suo posto si costruì la Halle au blé, poi trasformata nella Bourse du Commerce, che vediamo oggi.
Che cosa accadde alla colonna?
La colonna astronomica scampò alla distruzione grazie allo scrittore Louis Petit de Bachaumont, che la comprò per ottocento livres per poi cederla alla città a condizione che non fosse demolita.
Nel 1764 si pensò di dotare la colonna, oramai sola vestigia dell’antico palazzo di Caterina, di un orologio solare, oggi scomparso, e poi non ci si curò più di lei.
Nella fotografia qui sotto, scattata negli anni venti del novecento, si può notare l’orologio solare nella parte alta del fusto.

Certo che fa un effetto un po’ strano vederla lì, attaccata alla Bourse come un’antenna: ricorda un vecchio modello di telefonino. A pensarci bene, però, la colonna di Caterina è un testimone prezioso.
Ricorda a tutti quelli che hanno la pazienza di alzare lo sguardo che il bel palazzo di cui faceva parte è stato distrutto senza motivo. Ricorda anche che lei è ancora in piedi in virtù della protesta silenziosa di un uomo di lettere.
E, se vi fermerete qualche momento ai suoi piedi, la sentirete raccontare storie di un tempo lontano in cui gli uomini erano ancora capaci di osservare il cielo e dialogare con le stelle, recuperando l’immenso sapere sepolto sotto le rovine del mondo antico per imparare a conoscere loro stessi. Quegli uomini, dopotutto, erano i figli del Rinascimento.