Parigi ha sempre qualche sorpresa in serbo per chi ama stucchi e dorature, mobili intarsiati e boiseries. Da giugno scorso, un nuovo gioiello è venuto ad aggiungersi ai tanti che fanno risplendere la città, un palazzo di cui ho sognato a lungo, l’Hôtel de la Marine.
Per anni, passando da place de la Concorde, mi sono chiesta quali tesori si nascondessero dietro la facciata neoclassica del palazzo gemello dell’Hôtel de Crillon, un tempo sede del prestigioso uffizio del Garde-Meuble de la Couronne.
Ed ecco che finalmente ne ho varcato la soglia.

Hôtel de la Marine ©Frammenti di Parigi
Un progetto impegnativo
Nel 2015, dopo più di duecento anni, il Ministère de la Marine ha definitivamente lasciato il palazzo a cui ha dato il nome.
Si è cominciato così a progettarne il restauro, con l’obbiettivo di eliminare, ove possibile, i cambiamenti operati dal ministero, per ridare vita al palazzo settecentesco che ospitava il Garde-Meuble de la Couronne.

©Frammenti di Parigi
Il grande cantiere di restauro, avviato nel 2017 dal Centre des Monuments Nationaux, si è concluso con successo nel 2020: negli appartamenti dell’Intendant sono stati ripristinati i decori murali, i soffitti e persino i pavimenti originali, mentre si è preferito conservare il décor del XIX secolo nei saloni di rappresentanza che si affacciano sulla piazza.
Due palazzi per place Louis XV
L’Hôtel de la Marine è nato con place Louis XV, che sarebbe poi diventata place de la Concorde, (qui l’articolo che ne rintraccia la storia).
Il progetto di Ange-Jacques Gabriel, primo architetto di Louis XV, prevedeva che la piazza fosse delimitata sul lato nord da due palazzi gemelli in stile neoclassico, separati da rue Royale.

I lavori per la costruzione di place Louis XV, iniziati nel 1757, terminarono nel 1779.
Nel 1765 si decise di installare il Garde-Meuble reale nel palazzo a est. Inizialmente fu assegnata all’intendenza solo una parte dell’edificio, ma due anni più tardi il Garde-Meuble, che aveva bisogno di grandi spazi, occupò l’intero Hôtel.
L’Intendant a capo del Garde-Meuble, Pierre-Elisabeth de Fontanieu, si preoccupò di adeguare il palazzo alle necessità della sua amministrazione. Creò un grande deposito, degli ateliers di restauro, alloggi di servizio, sale di esposizione e una cappella per provvedere alla vita spirituale dei residenti.

La Rivoluzione
Simbolo del lusso e della ricchezza di cui si circondava il re, il Garde-Meuble fu uno dei primi bersagli della Rivoluzione.
Il 13 luglio 1789, i rivoluzionari entrarono nel palazzo e si impadronirono delle armi esposte nella Salle d’armes, con le quali il giorno seguente assalirono la Bastiglia.

Si racconta che i primi colpi contro la fortezza furono sparati da un cannone montato su affusti damaschinati in argento, dono del re del Siam a Louis XIV, sottratti dalle collezioni reali.
Ma il Garde-Meuble fu vittima di un altro furto clamoroso il 16 settembre 1792. Nella notte, una quarantina di persone riuscirono a penetrare nella sala dove erano esposti i gioielli della corona, rubando bijoux per un valore di trenta milioni di franchi.
Il Ministère de la Marine
Quando Louis XVI fu costretto dai rivoluzionari a lasciare la reggia di Versailles, le amministrazioni che avevano sede nel castello furono trasferite a Parigi con il re.
Il Ministère de la Marine si installò nel palazzo del Garde-Meuble nel 1789. Inizialmente occupò il secondo piano e una parte del primo, ma in capo a dieci anni prese possesso dell’intero edificio.
Il Garde-Meuble fu allora soppresso, i mobili e gli oggetti d’arte furono venduti all’asta o addirittura bruciati per recuperare i metalli preziosi.

Il Garde-Meuble de la Couronne
Antenato del Mobilier national, il Garde-Meuble si occupava degli arredi delle residenze reali e della loro manutenzione.
Alla reggia di Versailles, nei castelli di Compiègne, Fontainebleau, al Trianon e in tutti i luoghi dove il re risiedeva, l’arredamento era scelto, acquistato e curato dal Garde-Meuble.
Si occupava di tutto, dai mobili più importanti, come il letto dove dormiva sua Maestà, all’ultima delle sedie.
Inoltre, era incaricato della conservazione delle collezioni reali di armi e armature, di stoffe e arazzi, dei vasi in pietra dura, dei bronzi e dei diamanti della corona, ma anche delle batterie di pentole e della la biancheria di casa, dalle lenzuola agli asciugamani, dalle tovaglie agli strofinacci da cucina.

Dopo la soppressione, avvenuta nel primo periodo rivoluzionario, il Garde-Meuble fu ricreato nel 1800 col nome di Garde-Meuble des Consuls. Diventerà poi Mobilier impérial con Napoleone I e infine Mobilier national nel 1870.
Il Mobilier National si occupa tuttora dell’arredamento delle sedi istituzionali, primo fra tutti il Palais de l’Élysée (qui l’articolo).
L’appartamento dell’Intendent
A capo del Garde-Meuble, c’era l’Intendant. Ufficiale della Maison du Roi, alloggiava nel palazzo, in appartamenti lussuosi, come richiedeva la sua funzione.
Arredati nel 1765 da Pierre-Elisabeth de Fontanieu, gli appartamenti dell’Intendant furono riammodernati nel 1786 dal suo successore, Marc-Antoine Thierry de Ville d’Avray.
Sono la perfetta rappresentazione dell’appartamento ideale, così come era concepito nel Secolo dei Lumi: un’anticamera, una camera e un ufficio.

Un viaggio indietro nel tempo
Tre diversi percorsi di visita raccontano il palazzo del Garde-Meuble.
Io ho scelto il Grand Tour Siècle des Lumières. Con la guida di Pédrille, valletto dell’Intendent Thierry de Ville d’Avray, ho scoperto le diverse stanze e la loro destinazione d’uso, ho conosciuto gli abitanti del palazzo. Ho ascoltato voci e musica, tintinni di bicchieri e stoviglie, il fuoco scoppiettante nel camino, le conversazioni attorno al tavolo da gioco. Pédrille mi ha parlato poi dei mobili e dei tessuti, dei decori, dei costumi del suo tempo e mi ha persino messo a parte di qualche pettegolezzo.

Un altro percorso rintraccia, invece, gli avvenimenti più importanti che hanno visto protagonista l’Hôtel de la Marine, dal settecento alla Seconda guerra mondiale, oppure si può decidere di visitare solo la loggia che affaccia su place de la Concorde e i saloni di rappresentanza del ministero.
Qualunque sia la vostra scelta, non rimarrete delusi.
Ma se non siete convinti e volete un’anticipazione, clic qui!