Ah, se nel Marais avessimo a disposizione una macchina del tempo… Potremmo partecipare a qualche salotto letterario, incontrare Beaumarchais che esce dal portone, e magari chiedergli un autografo, fermarci a chiacchierare con la marchesa de Sévigné, domandando notizie della figlia, spettegolare sul nuovo amante di Ninon de Lenclos o giocare con Mademoiselle de Scudery e la sua Carte de Tendre.
Perché una passeggiata nel Marais non è mai una semplice passeggiata. Ci sono talmente tante cose da leggere nelle pieghe del tempo, che per un semplice “esco a fare due passi” potremmo impiegare un’intera giornata.
Ecco perché, camminando per le strette stradine del mio quartiere, dove le facciate degli antichi palazzi sono costellate di targhe commemorative, mi è venuto in mente di fare con voi un piccolo tour letterario, selezionando cinque indirizzi che, ad un primo sguardo, potrebbero non dirvi nulla. Se avrete la pazienza di soffermarvi qualche momento, però, scoprirete che hanno davvero tanto da raccontare.

Prima tappa: chez Monsieur de Beaumarchais, 47 rue Vieille du Temple
Cominciamo la nostra passeggiata nella mia strada preferita, rue Vieille du Temple. Qui, nel 1776, Beaumarchais affittò l’intero Hôtel Amelot de Bisseuil, conosciuto anche come Hôtel des Ambassadeurs d’Hollande. L’origine di questo soprannome resta alquanto misteriosa, ma si vocifera che, tra il 1720 e il 1727, il cappellano dell’ambasciata olandese celebrasse con regolarità nel palazzo i riti protestanti, banditi dalla cattolicissima Francia già dal 1685, quando fu revocato l’editto di Nantes e con esso la libertà di culto.
Gli Amelot erano una delle più potenti famiglie “de robe” di Parigi. Acquistarono nel 1638 alcuni edifici contigui nel Marais tanto alla moda, i più antichi dei quali risalivano al XIV secolo, sui quali costruirono il loro nuovo palazzo, considerato ancora oggi tra i più belli del quartiere. Tra il 1657 e il 1660, l’Hôtel fu completamente rimodernato dell’architetto del re Pierre Cottard.
A causa della mancanza di spazio e diversamente dallo stile dei palazzi dell’epoca, l’Hôtel non si apre su una corte anteriore e un giardino posteriore, bensì su due corti. Il piano terra è occupato dalle scuderie e dalle rimesse delle carrozze, mentre al primo piano si trovano gli appartamenti di rappresentanza, gli appartamenti privati, nonché vari cabinet de travail, che si prestavano perfettamente alle esigenze di Beaumarchais.

L’Hôtel non fu, infatti, solo una residenza, ma anche la sede della sua impresa commerciale, Rodrigue Hortalez et Cie, in realtà una società di copertura, finanziata in parte dal re di Spagna, che serviva a rifornire di armi gli insorti americani. Vi restò fino al 1787, anno in cui scrisse il poco conosciuto libretto d’opera Tartare, musicato da Salieri.
La maestosa porta rossa dell’Hôtel Amelot de Bisseuil è una delle più note e fotografate di Parigi, soprattutto per le due Teste di Medusa dello scultore Thomas Regnaudin.

Beaumarchais molto più che scrittore
Pierre Augustin Caron de Beaumarchais era un uomo alquanto singolare. Scrittore, musicista, uomo d’affari, fu editore di Voltaire e fondatore della Société des auteurs, nonché artefice della promulgazione della prima legge sul diritto d’autore. Al tempo stesso spia e mercante d’armi per conto del re, era indubbiamente un uomo d’azione, anche se oggi è conosciuto principalmente come autore della Trilogia di Figaro.
Figlio di un orologiaio, frequentò una scuola di mestieri, dove studiò un po’ di latino e di musica. Fece l’apprendistato nella bottega del padre, e a soli vent’anni inventò un nuovo meccanismo per orologi, detto à double virgule, in virtù del quale divenne orologiaio ufficiale del re. Con un matrimonio conveniente acquisì un discreto patrimonio e una parvenza di nobiltà, grazie al piccolo feudo della moglie, Bosc Marchais, che gli consentì di aggiungere al suo nome quello di Beaumarchais.

Figura di rilievo del Secolo dei Lumi, era un sostenitore della libertà di pensiero, che esplicita così in un passo de Le nozze di Figaro:
Sans la liberté de blâmer, il n’est point d’éloge flatteur, il n’y a que les petits hommes qui redoutent les petits écrits
Seconda tappa: chez Madame de Sévigné, 14 rue Elzévir
La facciata poco vistosa, il portone di una sobrietà disarmante, non ci raccontano nulla dell’illustre inquilina di un tempo, ma qui abitò per qualche anno la più brillante épistolière di Francia, Marie de Rabutin-Chantal, marchesa di Sévigné. L’avevamo lasciata neonata in place des Vosges (qui l’articolo) e non c’è dubbio che la ritroveremo ancora nel Marais, perché ha sempre abitato in questo quartiere, che amava moltissimo.
Giovane vedova, bella e arguta, nelle lettere alla figlia, che aveva seguito il marito in Provenza, e al cugino, costretto all’esilio nel suo castello in Borgogna per aver scritto un libro che aveva molto irritato Louis XIV, Madame de Sévigné racconta con molto spirito i grandi e piccoli avvenimenti della sua epoca. Come ogni aristocratico, nutriva una certa ripugnanza per la gloria letteraria, perciò non scriveva avendo in mente la pubblicazione dei suoi carteggi. Per questo motivo, il suo è uno stile semplice e sincero, molto intimo, che tanto successo riscuote ancora oggi.

Terza tappa: chez Monsieur et Madame Scarron, 56 rue de Turenne
L’edificio dall’aspetto piuttosto modesto all’angolo con rue Villehardouin fu costruito nel 1638, assieme ad altri vicini. Il suo affittuario più celebre fu Paul Scarron, poeta, romanziere e autore di pièces teatrali, costretto su una sedia a rotelle dall’età di ventotto anni, probabilmente a causa di una poliomielite. Nonostante le pessime condizioni di salute e i forti dolori, che lo accompagnavano costantemente, teneva nella sua casa un salon littéraire molto ambito, a cui partecipavano i grandi nomi dell’epoca, come Mademoiselle de Scudéry e Ninon de Lenclos, due signore di cui parleremo ancora più in basso.
Sposò nel 1652 la giovanissima Françoise d’Aubigné, futura Madame de Maintenon e moglie morganatica di Louis XIV. Lui aveva quarantadue anni e Françoise sedici. Si racconta che la regina, venuta a conoscenza delle nozze, abbia esclamato:
Une femme? C’est le meuble le plus inutile de sa maison!

Quarta tappa: chez Ninon de Lenclos, 36 rue des Tournelles
Cortigiana, donna di lettere, épistolière, Anne Lenclos, a partire dal 1667, ha dato vita a un salotto letterario nei suoi appartamenti di rue des Tournelles. I suoi famosi cinq à neuf quotidiani erano frequentati dal fior fiore degli ingegni, uomini e donne brillanti, tra cui spiccava madame Scarron.
Suonatrice di liuto e clavicembalo, estremamente colta, Ninon parlava fluentemente l’italiano e lo spagnolo. Dopo la morte della madre, dichiarò apertamente il suo ateismo e una certa propensione al libertinaggio, facendo delle arti amatorie la sua professione.
Bellissima e arguta, collezionò una lunga lista di amanti, tra cui le Grand Condé e François de La Rochefoucauld, tanto che fu soprannominata Notre Dame des Amours. Si divertiva a classificare i suoi spasimanti in tre categorie: i paganti, i martiri o i senza speranza, i capricci, ovvero gli eletti del momento. Molto vicina a Molière, si racconta che lo abbia aiutato a rivedere la prima edizione del Tartufo.

Quinta tappa: chez Mademoiselle de Scudéry, rue des Oiseaux
Concludiamo il nostro mini tour a casa di una scrittrice di successo, Madeleine de Scudéry, che pubblicava i suoi romanzi col nome del fratello George. Nel 1670, Madeleine si trasferì in un Hôtel particulier del Marais, all’angolo tra rue des Oiseaux e rue de Beauce, che purtroppo non esiste più, e vi restò fino alla morte, avvenuta nel 1701.
Nel suo famosissimo salotto, il martedì, e soprattutto il sabato, riceveva Précieux e Précieuses, di cui Molière fece un sagace ritratto nella sua commedia Les précieuses ridicules. Unica vestigia del palazzo scomparso è un piccolissimo giardino pubblico a lei intitolato, che un tempo era parte di quello dell’Hôtel di Mademoiselle.

Fu lei l’inventrice de La carte de Tendre, rappresentazione topografica della condotta e della pratica amorosa secondo le Preziose, inserita nel suo romanzo Clélie.
Mademoiselle de Scudéry ci illustra le strade che dalla città di Nouvelle-Amitié conducono a quella di Tendre. A partire dal primo incontro tra un uomo e una donna, ci sono tre diverse vie: la più rapida, al centro, conduce inevitabilmente al disastro, mentre le due laterali assicurano il successo, a patto di aggirare lo scoglio dell’Orgoglio. Tra il mare dell’Intimità e il Lago dell’Indifferenza, il fiume Inclinazione conduce al Mare pericoloso e alle Terre sconosciute. La carta funzionava anche come un gioco di società. Ogni sabato, gli habitués del salotto discutevano i progressi delle coppie verso Tendre.

La carta, che ebbe grande successo, è considerata una sorta di manifesto della preziosità: mira a fare uscire gli uomini dall’egoismo e dalla brutalità e insegnare loro stima e rispetto verso la donna.
Per saperne di più
Ecco, adesso siamo davvero giunti alla fine di questa passeggiata. Tante altre sarebbero le personalità da andare a trovare con la nostra macchina del tempo, non si contano gli “indirizzi letterari” nel Marais e, per la verità, in ogni quartiere di Parigi.
Prima di lasciarci, però, vi propongo di approfondire la conoscenza con Madame de Sévigné. Ecco il link a un documentario francese che ne racconta la vita e il carattere. Purtroppo non è tradotto in altre lingue, ma vale la pena di dargli un’occhiata.