Troppo spesso i lampioni a Parigi non ricevono l’attenzione che meritano. Belli, eleganti, a volte eccessivi e decisamente ridondanti, sono parte dello charme della città, che con orgoglio si fregia del titolo di Ville Lumière.
Nessuno sa con precisione quando questo soprannome cominciò ad essere usato. Pare, però, che sia stato creato creato da uno straniero di passaggio, meravigliato dalla quantità di luci che illuminavano Parigi al calar della sera.

Genesi della Ville Lumière
L’illuminazione stradale ha da sempre creato problemi agli amministratori di Parigi. Durante il Medioevo, la città era letteralmente immersa nell’oscurità. Torce e lanterne erano utilizzate soltanto per spostarsi nel buio o per illuminare i portali della cinta muraria, i loggiati e la sommità delle torri.
Nel 1318, un’ordinanza del re Philippe V stabilì che una candela fosse tenuta accesa davanti al Palazzo reale per tutta la notte, al fine di scoraggiare le incursioni dei malintenzionati. Inoltre, la Tour de Nesle, che sorgeva nei pressi dell’attuale Institut de France, fu trasformata in una sorta di faro per i naviganti: dotata di un fanale, indicava ai marinai l’ingresso della città.

Nel 1524 un decreto del Parlamento impose ai cittadini più abbienti di tenere accesa una candela alle finestre delle abitazioni e istituì l’obbligo per chiunque uscisse durante la notte di portare una lanterna.
Ma eravamo ancora molto lontani dall’idea di Ville Lumière.
Durante il regno del re Sole, le cose cominciarono a cambiare. Per arginare la criminalità, Louis XIV nel 1667 nominò Gilbert Nicolas de la Reynie luogotenente generale di polizia. Reynie ebbe l’idea di illuminare tutti i luoghi che erano soggetti al maggior numero di crimini. Fece istallare lanterne e torce lungo le strade e domandò agli abitanti dei quartieri di mettere davanti alle finestre candele e lampade a olio.

Una novità assoluta che fece molto scalpore tra i viaggiatori di allora e sono in molti a pensare che il soprannome Ville Lumière nacque proprio in quel periodo.
Nel 1729 si contavano circa cinquemila settecento lanterne in città, rimpiazzate una trentina d’anni più tardi da lampioni a olio, sistemati lungo le strade a sessanta metri l’uno dall’altro.
Il gas
Nel 1786, il chimico Philippe Lebon brevettò il primo sistema di illuminazione a gas della storia. Dopo qualche esperimento a Parigi, la nuova invenzione fu rifiutata dal governo francese. Si sperimentò allora in alcune strade di Londra e finalmente, nel 1816, l’illuminazione a gas tornò nella capitale, nel Passage des Panoramas.
Tra entusiasmo e critiche feroci, dovute alla pericolosità del gas, rapidamente l’illuminazione si estese a tutta la città. Quarant’anni più tardi, ben cinquantaseimila lampioni facevano di Parigi una vera Ville Lumière.
E secondo alcuni fu proprio allora che l’anonimo viaggiatore soprannominò Parigi La citta delle luci.

Lampioni speciali: sul pont Alexandre III
Tra i lampioni più scenografici di Parigi, al primo posto ci sono senza dubbio i trentadue del pont Alexandre III (clic qui per l’articolo).
I quattro più elaborati, che si trovano alle estremità del ponte, sfoggiano degli amorini danzanti tra pesci e animali acquatici, opera di Henri Désiré Gauquié, sormontati da una grande lampada centrale, a sua volta circondata da quattro globi più piccoli.

I lampioni più semplici -si fa per dire- sono ventotto e corrono lungo l’arco del ponte. A tre bracci, hanno la base decorata con un’alternanza di stemmi, che rappresentano la Francia con il simbolo del Gallo, la Repubblica con il monogramma RF, Parigi con il vascello nel mare in tempesta e la Russia con l’aquila imperiale a due teste.
In place de la Concorde
I lampioni di place de la Concorde sono un retaggio delle antiche colonne rostrali dei Greci e dei Romani. Erette per celebrare le vittorie navali, avevano il fusto decorato dalle prue rostrate delle navi nemiche.
La presenza dell’Hôtel de la Marine, che si affaccia sulla piazza, ha ispirato il decoro a tema nautico di questi originali lampioni (clic qui per l’articolo).
Posate su un piedistallo in pietra, le colonne rostrali parigine presentano una prima elevazione ornata di foglie, sormontata da due prue di battello dotate di lampade, una seconda elevazione a scanalature e un capitello riccamente decorato con quattro volti di donna, che funge da basamento per una grossa sfera.

In place de Opéra
L’Opéra Garnier (qui l’articolo) è probabilmente il monumento che vanta il maggior numero di lampioni dedicati alla sua mise en avant. Voluti da Charles Garnier in persona, sono sessantaquattro e formano una cintura di luci attorno all’edificio.
La cintura è composta da modelli molto diversi tra loro: lampioni semplici, candelabri a più bracci, colonne rostrali e persino delle cariatidi.
Nel 2013, l’AROP (association pour le rayonnement de l’Opéra Paris) ha fatto appello a donatori privati per finanziare il restauro della cintura luminosa, che versava in cattive condizioni. Dall’anno in cui fu creata, il 1875, non era mai stata restaurata. Sono stati raccolti oltre tre milioni e mezzo di euro, che hanno ridato splendore ai lampioni di Garnier.

Questi sono soltanto i più spettacolari tra i lampioni di Parigi, ma sparsi qua e là per la città ce ne sono altri che meritano senz’altro di far parte della nostra classifica.
Vi do qualche dritta: i lampioni del pont Neuf, quelli dei giardini del Palais Royal, le lanterne sospese di place Vendôme…
Signore e Signori, la caccia al lampione è aperta. A voi trovarli!